Cancelliamo l’uomo nero dalla mente dei bambini
Famiglie in fuga, sotto le bombe. Palazzi devastati, ospedali distrutti. Su tutto, un tappeto di irrequietezza, con il quale speravamo di non dover più fare i conti.
Le immagini ‘regalate’ dai media ucraini somigliano ad un film dell’orrore. Sconsolante realtà con cui, nostro malgrado, troviamo a raffrontarci e che ci lascia impotenti. E, se gli adulti, in qualche maniera, sono più idonei ed attrezzati a sopportare quel che accade in questi giorni stranianti, diverso è per i più piccoli.
Sotto i 10 anni, ci comunicano gli esperti, il senso della distanza non è ancora ben delineato, così è più facile che la paura prenda il sopravvento. Quella di perdere gli affetti più cari, ad esempio, o i beni a cui si è più legati.
Dunque, ansia, irritabilità, difficoltà a nutrirsi o a prender sonno si presentano come sintomi manifesti di un disagio, che richiede l’intervento quotidiano di chi, la vita, la conosce più a fondo. Del resto, una presenza rassicurante ed affettuosa può rivelarsi, spesso, risolutiva. Fondamentale, a tal proposito, non fomentare l’inquietudine, ma tenersi pronti, invece, a soluzionare dubbi e incertezze, adoperando, per quanto possibile, un linguaggio accessibile ad ogni fascia di età.
Inutile e deleterio è, anche, cercare un colpevole a tuti i costi. Converrebbe evitare, pertanto, di tenersi perennemente sintonizzati sulle immagini di guerra, presentando un’idea disperante dell’umanità. Mai uccidere la fiducia che i bambini, istintivamente, ripongono nel mondo.
Sintonizziamoci, al contrario – questo è il consiglio – sulle attività, in soccorso dei più deboli e bisognosi. Darsi da fare, d’altronde, lo abbiamo spesso sperimentato, contribuisce a lenire le fragilità. Invitiamo, quanti ancora acerbi, ad adoperarsi: scrivere una lettera , magari, oppure fare un disegno, alla scoperta di una cultura, l’ucraina, solo in apparenza distante.
Conserviamo nell’animo degli adolescenti lo stupore. Induciamoli a lavorare di fantasia. Muoviamoli in direzione, mano nella mano, dei centri di raccolta, che si tratti di vestiti, cibo, giocattoli, amplificando nel loro intimo il senso della solidarietà. Ed evitiamo di manifestarci supponenti. Due anni di Covid non hanno abituato le giovani generazioni che, anzi, hanno accumulato rabbia.
Evitiamo, ancora, che i sogni si spengano e, con essi, l’intuizione di un universo migliore e proviamo, piuttosto, a rivoltare la prospettiva. Educhiamo i nostri figli e nipoti al bello. Supportiamo le parole con i fatti. Aumentiamo in loro l’autostima e non permettiamo che lo sguardo verso un futuro più luminoso si abbassi, neppure per un solo istante.
TANTI MODI PER DARE UNA MANO
- Chi lo desidera, può versare un’offerta a Save the Children, chiamando il numero: 800.98.88.19. E’ possibile inviare donazioni per l’Ucraina, anche chiamando o mandando un sms al numero: 45.525, creato da Croce Rossa Italiana, Unhcr e Unicef
- Chi intende adoperarsi per i profughi, offrendo loro ospitalità, troverà sul sito: italianonprofit.it/emergenza-ucraina, nella sezione Apri la tua Casa, enti e associazioni da contattare, in tutta Italia
- Infine, sui siti di moltissimi comuni sono presenti indicazioni sul più vicino centro di raccolta, per chi vuole contribuire, spedendo cibo in scatola, coperte, abiti o altro materiale
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