Fragole… ditecelo voi
Un super food, stracolmo di vitamina C, potassio, polifenoli e altri antiossidanti; un surplus, nell’aiutare a ridurre il rischio di cancro e nel prevenire le malattie degenerative. E poi belle, gustose e resistenti, selezionate con meticolosità, giorno dopo giorno.
Signori e Signore, ecco a voi le Fragole.
Indicativamente, sappiamo che il tempo giusto di raccolta corrisponde al periodo che intercorre tra le fine di febbraio e l’inizio giugno, ma non vale per tutte le varietà. Alcune, ad esempio, crescono benissimo tra dicembre e febbraio.
Le piantine producono frutti per 3-4 mesi, ma va considerato che le primissime, come le ultimissime, non sono mai le migliori. La qualità è al top nell’intervallo centrale della produzione, che dura all’incirca 3 mesi. In parole povere, meglio mangiarle dalla seconda metà di marzo a fine maggio.
Si caratterizzano, comunque, tutte, per il gusto zuccherino, tanto che esiste un valore di misura per stabilirne la dolcezza, detto Grado Brix. Quelle buone davvero, si aggirano tra i livelli 7 e 10 ma, al di là di questo, è necessario che si sviluppino gli aromi, caratteristici della specie, e che venga rispettato un certo grado di acidità. Insomma, tutto sta nel rispetto degli equilibri.
In quanto a dimensioni o, tecnicamente parlando, calibro, possono variare, in funzione della varietà e del periodo di raccolta. In generale, le migliori non sono né troppo piccole né eccessivamente grandi e presentano una forma regolare.
Infine, parliamo di resistenza ai parassiti. Difendere il prodotto, senza ricorrere a fitofarmaci (cioè all’uso di insetticidi, fungicidi e simili) è piuttosto difficile. Eppure, grazie all’impegno e ad un’adeguata selezione, si sono già raggiunti ottimi risultati. Ad esempio, una shelf-life più lunga, cioè il tempo in cui i frutti resistono integri, dopo la raccolta, nel reparto ortofrutta dei supermercati o dal fruttivendolo senza deperire. Questo vuol dire che le fragole si conservano buone per più giorni (anche una settimana, se ben conservate in frigo). Ma anche prodotti più naturali e salubri.
Per di più, i concetti di Residuo Zero e Biologico sono ormai imperativi e rappresentano il 70% delle loro coltivazioni. Questo vuol dire che “la lotta ai parassiti si basa essenzialmente su metodi naturali e agronomici“, come l’impiego di insetti predato. Sono questi ultimi che catturano e si nutrono di insetti dannosi, prevengono i ristagni idrici nel terreno e sono forieri di una serie di altre pratiche ecocompatibili.
Del resto, il terreno, a questo proposito, è un fattore fondamentale. Influisce sul tipo di frutto che si ottiene.
E , poi, rimangono le fake news. Non è vero che dimensioni grandi equivalga ad un prodotto trattato, alterato fatto crescere, a suon di ormoni artificiali. Molto attiene al tipo di varietà, al terreno e pure alla quantità di fertilizzanti, utilizzati per farle crescere. Semplificando: concimi più azotati daranno piante e frutti più grandi, mentre concimi con maggiore incidenza di potassio restituiranno frutti dal gusto più intenso.
E ancora, è importante rimarcare la superiorità del prodotto italiano rispetto a quello estero. Nel senso che, in Italia, le normative sulle sostanze che si possono usare per coltivare frutta e verdura sono rinomatamente più severe che altrove, Europa compresa.
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