Tutti a Vienna, a sostegno della propria città
E’ solo un’idea, ma sollecita il turismo, dopo un periodo in cui, davvero, si è rimasti a secco. E allora sia. L’iniziativa prende il nome di United Cities of Tourism e – possiamo dirlo – si tratta di un progetto senza eguali. A rivendicarne la paternità è l’Ente per il turismo di Vienna, nell’ambizione di donare nuovo impulso alle grandi città d’arte internazionali che, più di altre destinazioni, hanno risentito della crisi, legata al biennio pandemico.
Così, si finisce per spingersi oltre, ricorrendo ad una sorta di alleanza, che vede interpreti un numero non indifferente di Paesi: oltra all’Austria, sono comprese Germania, Svizzera, Italia, Regno Unito, Spagna e Francia.
Un disegno, articolato in due parti
Da inizio maggio e fino al 30 giugno – tanto per cominciare – per ogni 100 turisti che si recheranno nella Capitale austriaca, l’Ente responsabile si impegna a mandare un proprio concittadino in una delle 17 città, coinvolte in questa rete. Si va da Monaco a Berlino, ad Amburgo, a Francoforte. Fanno parte dell’elenco anche Colonia, Zurigo, Basilea, Ginevra, Roma, Milano, Firenze, Londra, Manchester, Barcellona, Parigi, Lione, Nizza.
Occorrerà, per provare a strappare uno tra i numerosi biglietti di andata e ritorno offerti da Austrian Airlines e ÖBB, registrarsi sul portale ufficiale. “Si tratta di un modo assolutamente confortevole e, allo stesso tempo, sostenibile. Non a caso, viaggiare in treno è trenta volte più ecologico che farlo in auto“.
Ne conseguono nuovi indotti, scambio di conoscenze, creazione di valori e flussi culturali e turistici. Ed è a tale tiolo ch,e il 15 maggio, verrà istituita la giornata United Cities of Tourism, in contemporanea con gli uffici turistici di Londra, Parigi, Berlino, Milano e Barcellona. Sulle rispettive pagine ufficiali di Instagram, per l’occasione, verranno mostrati contenuti riguardanti non la città di appartenenza, bensì quelli di eventuali mete partner, con l’aggiunta di un link, per meglio spiegare e diffondere l’iniziativa.
“Abbiamo messo in atto una vera e propria strategia di tipo circolare… L’obiettivo è supportarci reciprocamente per una ripartenza decisa, che possa avvenire in tempi rapidi“.
City break…
…insomma. Peraltro già sperimentate e con successo. “Oggi, crediamo che il turismo verso le città possa essere sempre più attraente, per quel tipo di turista che cerca bellezze storico-artistiche e cultura, ma anche quella sostenibilità“.
A tal proposito, sono stati aperti nuovi spazi espositivi e ammodernati alcuni musei, su tutti il Belvedere Inferiore. E poi c’è l’Heidi Horten Collection, accolta nella dépendance Stöcklgebäude, all’interno del palazzo Hanuschhof dove, da giugno, verranno esposte opere di Gustav Klimt, Egon Schiele, Pablo Picasso, Andy Warhol, Marc Chagall e Gerhard Richter. E gli spazi pubblici, rivisitati secondo il concept moderno di luoghi in cui respirare a pieni polmoni e rilassarsi.
Persino le aree smart di espansione urbana sono intuite in maniera tale da non mostrarsi unicamente come sede, votata alla realizzazione di abitazioni innovative e sostenibili ma, pure, in quanto espressione di centri per la ricerca, moderni design hotel basati su formule sostenibili, spazi di co-working, zone verdi e strutture culturali. E se la mission è quella di rendersi, entro il 2040, ambiente urbano climaticamente neutro, anche lo stesso comparto alberghiero si sente spinto a guardare avanti. Entro il termine di quest’anno apriranno 12 nuove realtà ospitanti, per un totale di 2mila camere disponibili. Tra questi il The Leo Grand, l’Almanac Vienna, il Rosewood e il Gilbert, capostipiti di un trend, evidentemente appena agli inizi.
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