Sandalo: quante storie

Sandalo: quante storie

In fatto di calzature ce ne sarebbe da dire… a cominciare da quanto, di volta in volta, detta la moda. Ciò detto – e si tratta di un concetto declinabile sia al femminile sia al maschile – esistono regole di bon ton a cui appellarsi, che non tradiscono mai.

Siete in cerca di una mini-guida all’utilizzo dei sandali? Eccovi accontentate…

Il Galateo delle scarpe riconosce solo – udite udite – tre modelli. In sintesi, stiamo parlando di décolleté, da indossare di giorno e di sera. Ci sono, poi, le open toe, vale a dire le scarpe aperte, solo all’altezza dell’alluce e il sandalo.

Stabilite le prime due, andiamo ad approfondire quel che concerne l’ultimo in elenco, non già – ovvio – per importanza.

Desiderate qualche chicca? Allora sappiate che di giorno, in ufficio, non vanno mai indossati i tacchi a spillo o i sandali gioiello. E quanto detto, prevarica ogni possibile tendenza del momento. L’altezza più corretta si aggira tra i 5 e gli 8 centimetri, in base alla statura e alla corporatura personale. E’, dunque, questione di proporzioni, oltre che di stile. E, certo, i tacchi aiutano a sembrare più alte ma, soprattutto, contribuiscono nel farci sentire più femminili.

Le donne minute, sotto il metro e sessanta – tanto per citare un esempio – non dovrebbero mai spingersi oltre i 10 centimetri di tacco. Sembrerebbero – difatti – sproporzionate. Peggio fa l’utilizzo del plateau. Meglio, pertanto, non spingersi oltre il centimetro. Avete necessità di allungare la figura? Siate machiavelliche ed evitate che, sulla gamba, appaiano evidenti stacchi di colore. Adoperate, a distrarvi dall’inconveniente, calze e scarpe di identica tinta, in inverno; scarpe nude, nel periodo estivo.

Dal metro e sessantacinque in su, si può arrivare fino a 12 cm, ma mai oltre.

Per quanto riguarda, poi, i modelli impreziositi da cristalli, paillette argentate e/o dorate, o qualsiasi altro decoro prezioso, abbandonate l’idea di calzarli con la luce. Sembrereste fuori luogo. Puntate – di contro – alla semplicità. Siate essenziali, per toni e materiali.

Inoltre, sappiate che, da etichetta, è sconveniente mostrare le dita dei piedi, eccezion fatta per le cerimonie diurne, a patto che anche la pedicure risulti impeccabile.

Vogliamo parlare della zeppa? Accompagna gli abiti lunghi e i panta-palazzo, oltre ad essersi accaparrata un ruolo predominante negli anni della Swinging London. Insomma, a suo modo, ha fatto storia. E’ sparita, poi ritornata… corsi e ricorsi, che rinverdiscono, ad oggi, la passione vintage, per quanto di più comodo e, allo stesso tempo, estroso e divertente si possa portare alle rispettive sommità. Un consiglio? Mai di sera, né in contesti eleganti.

Nella versione velvet o suede, neri, verde bosco, nelle diverse nuance del marrone, dal fondente al caramello, o nell’elegante sfumatura bordeaux, rappresentano – i protagonisti del racconto fin qui svolto – la definizione perfetta occasioni come feste esclusive, oppure cene di gala. Insomma, la regola del vietato, da fine ottobre ad inizio marzo, non è più valida.

E che dire dei sandali, dal tacco largo e con plateau? Sono il ripiego al ‘non si può’ accennato in precedenza, complemento d’effetto, nell’abbinata tubini e tailleur.

Anche in questo caso, il suggerimento – da buone maniere – prevede che vengano indossati i collant. Pure d’estate, esattamente come per le décolleté. Una frontiera che, forse, è in procinto di essere valicata. Tuttavia, se intendete manifestarvi a prova di critica, non dimenticate di velarvi di quel pizzico di… mistero e sensualità.

LEGGI ANCHE: Dal tramonto all’alba e viceversa, le scarpe targate 2022

APPROFONDIAMO QUEL CHE SI DICE SULLE SCARPE