Totò? Un identità che costa cara…

Totò? Un identità che costa cara…

Totò? Non pensiate che rappresenti ‘solo’ – si fa per dire – lo pseudonimo del Principe della risata. Negli anni, di fatto, un po’ in onore dello straordinario personaggio: comico, paroliere, poeta, etc. etc. etc., un po’ – ammettiamolo – per un incremento del guadagno, sono state molte le attività commerciali ad indossarne il nome. Se lo sono accaparrato – simbolo, il nostro, della cultura partenopea – a dispetto, pure, dei legittimi proprietari, che oggi ne rivendicano, a pieno titolo e con ragione, il possesso.

Dunque, le varie/vari pizzeria Totò, ristorante ‘A livella si avviano verso la rinuncia dell’inossidabile sigillo che consente loro elevati introiti. Alternativa – questa- ad una quasi certa diffida da parte dei familiari. Quello di Antonio De Curtis, del resto, è un titolo di richiamo. Emblema, adoperato per farsi conoscere e/o riconoscere ma si tratta – ugualmente – anche di un Brand. Il che cambia le cose.

A tal proposito, primo ad attivarsi, nel 2023, il Tribunale di Torino, che ne ha inibito l’uso non autorizzato. D’altronde, non si contano, lo ricordiamo, i locali eternamente tappezzati dalle immagini dell’artista napoletano morto a Roma – altra città interessata – nel 1967, spesso ritratto insieme con Peppino De Filippo. Innumerevoli sono i richiami anche in quel di Napoli. Ergo, di lavoro per gli avvocati, ce n’è in abbondanza.

Gli eredi pretendono che il nome d’arte non compaia più su insegne, menù, confezioni d’asporto o siti web. Ogni violazione accertata costerà 200 euro e sono tanti coloro che, per evitare sanzioni, hanno già avviato una procedura di mediazione.

Stiamo cercando di tutelare l’immagine di mio nonno“, specifica Elena de Curtis. “Quando si è in buona fede un accordo di trova“. Cita, nel parlare, Liliana, figlia di questa ‘maschera’ della commedia dell’Arte, morta – a sua volta – nel giugno del 2022. Il problema, infatti, sono le speculazioni: “Ci imbattiamo nell’utilizzo del suo nome, ma anche della sua immagine e delle sue opere, senza nessun rispetto per il diritto che li tutela“. “Ci siamo trovati su una bottiglia di vino – fa sapere ancora Elena – senza sapere assolutamente nulla dell’etichetta ‘A livella e chissà in quanti altri casi non ce ne siamo accorti“.

Di fronte all’amore per l’artista che si è voluto omaggiare – assicura comunque la nipote di Totò – siamo disposti ad avviare, come abbiamo sempre fatto, un’interlocuzione. In alcuni casi, stiamo dando anche l’autorizzazione all’utilizzo“. Dialogo sì, in sintesi, uso indiscriminato no.

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