4 Hotel… e si fa sempre più sul serio
4 Hotel riprende, appuntamento – ormai – fisso, per i proseliti e i promotori de genere. E Bruno Barbieri – c’è da dirlo – ci mette sempre del suo per aggiungere, in ogni edizione, un qualcosa di più.
Dunque, la nuovissima serie ricomincia da Ragusa Ibla, con tanto di colonna sonora celebrativa di quel Montalbano a cui, tutti, rimaniamo affezionati. Un format, quello giostrato dal celebre Chef che, giunto alla sua quinta stagione, non accenna, ancora, a presentare segni di stanchezza. Sarà il continuo cambio di concorrenti, delle Location… sarà lo sguardo attento ai dettagli… di fatto, il programma è e rimane un’invidiabile vetrina per i servizi alberghieri italiani.
Dal canto suo, Barbieri si rivela sempre più istrionico, a proprio agio, sempre meno imbrigliato dal ruolo a cui deve sottintendere. Rapidamente, gli schemi sono caduti, lasciando spazio ad una personalità che, senza meno, incuriosisce. Dunque, questa sorta di abito sartoriale si taglia su misura del suo presentatore, in maniera fresca e divertita, ma senza mai perdere di quell’efficacia, che necessita un certo grado di credibilità.
Del resto, si impara sempre qualcosa. Se, negli anni, la mission è stata quella di abolire i runner e promuovere il topper, ora la parola d’ordine è sostenibilità, bollino di garanzia, da consegnare alla struttura più attenta e parte del premio finale, per il vincitore.
E, poi, c’è quella sorta di intuibile linea di divulgazione, rispetto a quanto si possa e si debba chiedere, in qualità di cliente, ad una struttura alberghiera e quel che si debba garantire e saper gestire, nei panni di albergatore. Una seconda presa d’atto – in pratica – rispetto ai parametri, atti a valutare la piacevolezza di un determinato soggiorno. D’altronde, un occhio esterno riesce con maggiore facilità ed immediatezza a cogliere quel che, chi è del mestiere, spesso, non riesce a vedere. Vuoi per abitudine, per presunzione; talvolta, per arroganza.
L’obiettivo resta, in ogni caso, quello di migliorare il servizio di hotellerie, niente di più.
Al di là, poi, di costi, servizi, proposte… resta la scrittura. L’intenzione rimane quella di puntare l’obiettivo su competenza, attenzione, leggerezza, gara, conflitto… una confezione ineccepibile, in cui ci si diverte, senza perdere di qualità.
A proposito di confezione, il tratto distintivo, in questo particolare caso, va forse identificato con il drone. Accompagna i protagonisti in ogni spostamento, li mostra in prospettive inedite, permette al pubblico che assiste da casa di vedere ciò che neppure i protagonisti riescono a cogliere. Da segnalare, inoltre, l’accenno alla realtà aumentata con la grafica, che adotta una prospettiva da Google Maps, in modalità satellitare.
In ultimo, intramontabile, la voglia di giocare, il desiderio di sbirciare; la sensazione, pure, in taluni casi, di sentirsi nel giusto. Né maniaci del pulito, né fobici del calcare. Semplicemente, amanti delle cose fatte ‘bene’…
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