‘Maturità, t’avessi preso prima…’, ma non è una canzone di Venditti
Sostiene – questo è un dato di fatto e non possiamo conestarlo – di essersi presentato all’appuntamento ‘preparato e sicuro‘. Di fatto, però, la prova d’esame orale è stata ritenuta, dalla Commissione, insufficiente. Pertanto, lo studente in questione, è stato promosso con una media inferiore, rispetto a quella registrata nel corso dell’anno scolastico.
Una decisione – a detta del ‘nostro’ – ingiusta, tanto da indurre il giovane ad impugnare il provvedimento con cui il Consiglio di Classe, all’esito finale, aveva ritenuto lecito assegnargli il punteggio di 64/100.
Dunque, il ricorso… e la ‘seconda’ bocciatura. Questa, volta, da parte del Tar.
Protagonista della singolare vicenda, un ex alunno dell’Istituto scolastico A.Volta di Sassuolo. Prove di Maturità andate così così, insomma, e conseguente necessità di riabilitarsi, nell’intenzione, poi, di partecipare ai concorsi per le Forze Armate, per i quali il voto in disamina gioca un ruolo, evidentemente, importante. Ora, dunque, l’ulteriore domanda di Appello, reputando non condivisibile la sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo.
Secondo la difesa, dai verbali sarebbe emersa più di un’incongruenza, sia per quanto riguarda le operazioni di preparazione, sia per quel che concerne lo svolgimento dell’interrogazione. Le votazioni sarebbero, in sostanza, incompatibili e contraddittorie, rispetto ai crediti maturati durante il percorso curriculare dell’allievo e quanto redatto non risulterebbe motivato.
Differente, la posizione dei giudici. “Al contrario” – comunicano nelle motivazioni di sentenza – “sarebbe illogico negare alla Commissione d’Esame il potere di emettere un giudizio di insufficienza, frutto della sommatoria dei voti relativi alle varie voci di valutazione. Vale rilevare” – concludono – che, nella specie, si è unicamente in presenza di attività, contrassegnata da discrezionalità tecnica“.
Come a dire: ‘ciò che è fatto è fatto. Amen così‘.
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