Quella serata di febbraio ‘tutta Chiara’…
Insomma, è andata così. E’ andata che, nella prima serata del Festival più acclamato del Paese – dati alla mano – abbia intrattenuto gli ospiti, nelle vesti di padrona di casa, ‘tutta di Dior vestita‘, promotrice dei diritti alla libertà di noi donne.
‘Pensati libera‘, recitava, di fatto, la stola bianca, accessorio del primo abito. Il là, per tutta una serie di meme, più o meno pungenti. Poi c’è stato il vestito dello scandalo, quello in cui la signora Ferragni – o meglio, Ferragnez, che in questa storia ciascuno ha il suo ruolo -pareva nuda. Una creazione, pensata ad arte e su misura, elaborato del talento di Maria Grazia Chiuri, capace di scatenare, anch’esso, l’ironia del web.
Della serie. “Quando ordini il pacco… quando, poi, ti arriva a casa!“, facendo riferimento, in particolare, alla postura della bionda influencer, più simile all’andamento di una vecchina, che a quello che ci si può aspettare da una prima donna. Ben altra storia, nei giorni successivi, rispetto alla Francini.
Terzo modello, quello contro l’odio e, giusto per chiudere il cerchio, la tuta aderente in jersey, incastonata in una scintillante gabbia, a lasciare ancora più evidenti le ‘miserie’ della nostra. Intanto, Lei, incurante, si spediva una lettera, parlando alla sé bambina, emblema – avrebbe dovuto esserlo? – di tutte noi.
Ed ecco che, come d’incanto, la favola si ripete, ancora in occasione della kermesse conclusiva di Sanremo. L’Ariston la attende, parenti e marito tutti in bella mostra tra le prime file del pubblico e la ragazza che ‘ha sboomerizzato ‘Amadeus si presenta, stavolta, avvolta in un’armatura dorata, firmata Schiaparelli. Donna e madre guerriera, manifesta interpretazione di un gentil sesso, affatto incasellato o legato agli stereotipi. Un invito a non vergognarsi del proprio corpo, né del successo ottenuto. “Essere donne” – in sintesi e con le parole della stessa – “senza dover essere considerate solo madri“.
“La durezza dell’armatura oro scolpita sui seni rappresenta” – in pratica – “una forza, che non ha bisogno di imitare quella maschile, per essere considerata di pari livello. Mentre la sottoveste di satin è dipinta di blu, perché è da sempre il colore associato alla sacralità della maternità, qui rappresentata come stereotipo della donna, mentre nutre un bambino d’oro“.
Merito alla stilista e, intanto, si passa al secondo outfit. Sinteticamente: “L’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna“. Un invito, quest’ultimo, a liberare il corpo, per farne ciò che più si desidera.
Il terzo è “un lungo abito nero in velluto, decorato da una collana a forma di utero, composta da diverse sezioni di corpo di donna“. Il simbolo dell’attivismo per i diritti riproduttivi, perché – secondo quanto dichiarato “ogni essere umano, uomo o donna che sia, deve essere messo in grado di prendere liberamente le decisioni, sul proprio corpo“. Chiude, la tuta con corsetto a vista e cappa rimovibile, gioielli a tema. E già, quanto sopra, basterebbe a far parlare, più o meno d’accordo con le idee dell’imprenditrice digitale.
Lei – dal canto suo – si esprime poco e, in verità – sarà forse il tono della voce? – quando o fa, un po’ annoia. Di fatto, tuttavia, sa come comunicare. Soffermiamoci – tanto per fare un esempio – all’agguato, messo in atto da Fedez, ospite presso la Manifestazione. Il testo modificato, a sorpresa e all’ultimo secondo, del brano da cantare. Poi, ulteriore imprevisto, Rosa Chemical, che trascina sul palco il rapper (ignaro?) e lo bacia, con tutti crismi, davanti alla moglie, semi attonita. Lei si limita a sussurrare: “Avrò diritto anch’io ad un bonus limone!” ma, intanto, si alimenta la chiacchiera. Di dice di un litigio ‘vero’, dietro le quinte, mentre scorrono il claim pubblicitari…. cosa di meglio, per destare ulteriore interesse e curiosità?
Di fatto, Chiara c’è; forse non ‘brilla’ esattamente come vorrebbe o vorrebbe far credere il Presentatore dello Show ma di certo, non passa inosservata. Adopera, evidentemente, mezzi alternativi. Non stupisce con spacchi clamorosi o scollature assurde, che davvero – onesti – non le donano. Usa, piuttosto, la testa, creando in chi la guarda una sorta di strana assuefazione, simile all’abitudine. Si sa, è Chiara… Lei è così. E le si perdona tutto, le si giustifica tutto. Innocua, giacché non scalpita, non urla; buona, poiché fa spallucce a passa oltre. In più, generosa; volta alle giuste cause, promotrice di… e bla, bla, bla.
Ci inchiniamo, ammirati, di fronte alla vocazione indiscussa e ancora una vota dimostrata di Colei che, del nulla, sa fare il tutto. Ecco, la recita è finita. Lo scenario si libera, vince Mengoni, leader incontrastato e preannunciato, prima ancora di iniziare (anche qui, niente sorprese). La trama, la stessa, enormemente rassicurante, si ripete, per l’ennesima circostanza, secondo il consueto rito. A concluderlo, degna rappresentante, la… regina di Instagram. La si ama, oppure, con egual spirito, la si odia.
“È bello essere apprezzati da milioni di persone, ma l’importante è piacere a me stessa“, chiosa, prima di congedarsi. Come darle torto. Comunque vadano le cose, ha già vinto.