Addio al Cavaliere, apoteosi di un successo lungo una vita

Addio al Cavaliere, apoteosi di un successo lungo una vita

Sarà per sempre il Cavaliere, simbolo a tutti gli effetti riconosciuto di una Milano, espressamente da bere. Così, cade anche l’ultimo tassello di un emblema. Colui che, superando gli anni di piombo e alla faccia, pure, delle lotte sindacali, ci ha introdotti nell’era dei paninari, ci ha fatti sognare grazie al mondo patinato delle sfilate e al rito dell’aperitivo e ci ha amorevolmente imposto, nel corso degli anni ’80, un nuovo e più ardito concetto di leggerezza.

Intendiamoci, Silvio Berlusconi ha fatto ed è stato molto altro. Si è cimentato come cantante nelle crociere, accanto al Fedele – amico di mille avventure – Confalonieri. Politico tra i più longevi, ha fondato un suo partito, Forza Italia, operando nel ruolo di deputato, senatore, europarlamentare e presidente del Consiglio. È stato proprietario e presidente del Milan, pressoché ininterrottamente, per trent’anni – dal 1986 al 2017 – e poi, non pago, del Monza, dal 2018.

Un imprenditore, archetipo del self made man, con un fiuto innato per gli affari: scrupoli, pochi e grande intuizione. Il primo, ad aver puntato tutto sull’importanza dell’immagine come forma di comunicazione. Ed è proprio partendo da questi presupposti che l’uomo ha saputo edificare il suo castello, costellandosi, peraltro, delle giuste frequentazioni.

FURBO E LUNGIMIRANTE CONTRAENTE

A partire dall’alleanza con Bettino Craxi e, più in generale, con il Partito Socialista che, negli anni della sua scalata, governa ininterrottamente, dal 1970 al 1990, la città di Milano, con tre sindaci: Aldo AniasiCarlo Tognoli Paolo Pillitteri.

ANIME VICINE E LONTANE

E se Lui, il Caimano – come lo volle rappresentare, a suo tempo, Nanni Moretti – incarna la nuova e più rampante epoca del capitalismo italiano, a precederlo, subito prima, c’è Gianni Agnelli. Due leader, terribilmente simili: ambiziosi, carismatici, trascinatori, appassionati di calcio… ma altrettanto diversi.

Il primo, l’Avvocato, di stirpe nobile, erede di una blasonata famiglia sabauda, guida l’impero costruito dal nonno. L’altro, più modestamente cresciuto in un appartamento in via Volturno, a Milano, è figlio di un funzionario di banca e di una casalinga.

E chissà, forse proprio le umili origini, la fame di successo, la smania di emanciparsi da una condizione che, evidentemente, poco o nulla gli appartiene, spingono il giovane Silvio verso una carriera – costellata di stelline e medaglie da mettere in bella mostra – destinata a crescere, nel tempo e a divenire il racconto di se stessa.

NARRAZIONE DI UN’ASCESA

  • 1961: Berlusconi si mette in proprio e fonda, con il costruttore edile Pietro Canali, cliente della Banca Rasini, dove lavora il padre Luigi, la Cantieri riuniti milanesi srl. Di seguito, acquista, per 190 milioni, un terreno in via Alciati, a Milano, grazie alla fideiussione della banca di papà
  • 1962: per costruire un quartiere residenziale da quattromila abitanti, a Brugherio, costituisce la Edilnord sas di Silvio Berlusconi e C. dove figura, in virtù di socio d’opera; mentre i capitali arrivano da Lugano, dalla Finanzierungesellschaft fur Residenzen Ag, rappresentata dall’avvocato svizzero Renzo Rezzonico
  • 1968: nel mese di settembre, la Società si accaparra, per oltre 3 miliardi di lire, un’area di 712 mila metri quadrati a Segrate, alla periferia orientale della Capitale lombarda, su cui realizzare il quartiere residenziale di Milano 2, città satellite, sul modello dei complessi residenziali olandesi

1972: la prima Edilnord viene messa in liquidazione ed entra in scena la Edilnord centri residenziali di Lidia Borsani e C., costituita nel settembre 1968. La Borsani è una cugina di Berlusconi, socia accomandataria; anche in questa occasione, una finanziaria svizzera di Lugano fornisce il capitale iniziale

1975: Silvio assume la presidenza della società di costruzioni Italcantieri srl (1973), tramite finanziamenti svizzeri, che viene trasformata in spa

1978: a gennaio, viene liquidata la Edilnord, per fare posto alla Milano 2 spa, società costituita a Segrate grazie alla trasformazione della Immobiliare San Martino spa amministrata a Roma da Marcello Dell’Utri (dal 1974). Nel luglio dello stesso anno, i fondi della Milano 2 spa vengono incrementati a 2 miliardi

1979: si completa Milano 2. Il Comune di Segrate, nel 1969, aveva concesso la prima licenza edilizia. Nel 1973, Berlusconi era riuscito a far deviare le rotte degli aerei che disturbavano il nuovo quartiere, decollando dalla vicina Linate

IL SOGNO CHE SI ESPANDE

A metà anni Settanta, a Roma, nasce la Fininvest, con soci fondatori le stesse società che hanno costituito la Immobiliare San Martino, divenuta poi Milano 2 spa: Servizio Italia e Saf. Nel 1979, la Fininvest Roma srl incorpora la Fininvest Finanziaria d’Investimenti spa di Milano e la sede si trasferisce nella città meneghina

Nel consiglio d’amministrazione siedono il presidente in persona, il fratello Paolo e il cugino, Giancarlo Foscale. Capitale sociale 52 miliardi, con le quote intestate alle due società fondatrici, fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro

Il nuovo progetto di cittadella residenziale si chiama Milano 3 e Silvio Berlusconi lo realizza tra il 1979 e il 1990, a Basiglio. In contemporanea, il Cavaliere lavora al centro commerciale Il Girasole, a Lacchiarella e il villaggio residenziale Costa Turchese, a sud di Olbia, in Sardegna.

…il resto, è storia…

LEGGI ANCHE: Berlusconi? Adesso diventa… un Musical

LEGGI ANCHE: Quell’ultimo Sì del Cavaliere: più di una promessa ma senza certificati

LEGGI ANCHE: Quell’ultimo Sì del Cavaliere: più di una promessa ma senza certificati

LEGGI ANCHE: Quando una donna… e Veronica ‘si riavvicina’

1 commento

I commenti sono chiusi