Quelle frasi che ci affossano o ci salvano la vita…

Quelle frasi che ci affossano o ci salvano la vita…

Avete presenti le cosiddette frasi ad effetto? Quelle che, almeno stando alle apparenze, permettono di fare una buona impressione?

Ebbene, non sempre, a dispetto di quanto vorremmo, certe affermazioni ci fanno sembrare intelligenti. Anzi, ce ne sono alcune che, addirittura, rischiano di deragliarci completamente dall’obiettivo. Trappole verbali, capaci di affossarci, nel giro di pochi istanti.

Cos è che ci fa perdere punti, in particolare, agli occhi degli altri? Sentite qua:

Non è giusto. Espressione bambinesca, inaccettabile ad una certa età. Il mondo e l’esistenza, più in generale, sono piene di difficoltà. Meglio, dunque, a tal proposito, sbrigarsi ad assumere un’atteggiamento propositivo e costruttivo

Ho sempre fatto così. Già, ma non sempre le abitudini sono ‘sane abitudini’. Alcune, poi, scadono, nel tempo. Vanno, insomma, superate, in virtù di nuove e più aggiornate finalità. Nella versione migliorata di noi stessi, il cambiamento è sempre legato ad una crescita

Nessun problema. Parimenti, disponibilità e desiderio di collaborazione, specie in ambito lavorativo, vanno espressi meglio, magari con un ‘certamente‘, oppure un ‘volentieri‘ che, alfine, risultano più chiari. Altrimenti, lo si vive come un modo sbrigativo e spiccio per mettere a tacere l’interlocutore

Scusa l’ignoranza, sicuramente è una domanda sciocca ma… Queste parole, preliminari di un discorso, non pagano mai o, perlomeno, raramente e educano l’altro a pensare che, in fondo, in prima persona, siamo consapevoli di star parlando a vuoto

Ci provo. Sa di fallimentare. Decisamente più produttivo sostituirlo con un ‘faccio più che posso per risolverla in tempi brevi‘, oppure ‘ci vorrà tempo, ma sicuramente troviamo una soluzione‘, soprattutto quando si tratta di questioni di un certo rilievo

Sparlare degli altri in loro assenza. L’atteggiamento di una volta è reiterabile. Dunque, anche il confidente più devoto potrebbe ipotizzare di far parte dell’elenco delle prossime ‘vittime’. Etichettare le persone, poi, non porta a nulla. Conviene, talvolta, piuttosto, tacere

Non è colpa mia. Per quanto si possa essere realmente estranei ad una questione, vale la pena, direttamente, attivarsi e dare una mano per risolverla. Quel che resta suona come un capriccio ed è squalificante

Diversamente, l’effetto alone si sviluppa, nel momento in cui ci si presenta curati, sorridenti, di bell’aspetto… biglietto da visita, per una personalità assertiva, risolta e con una spiccata capacità di seduzione. Tradotto, incontrandoci, gli altri, sono inconsapevolmente portati ad agire benevolmente nei nostri confronti. Attraenti, ma non provocanti, che subito, in testa, fa rima con superficiali.

Conta, poi, nel look, anche il contesto. L’outfit andrà studiato, pertanto, in relazione al momento e all’occasione della giornata.

Ultima nota, l’effetto Einstein non ama il contatto stretto con i Social. Foto ‘compromettenti’, turpiloquio, risate sguaiate… sono tutti atteggiamenti che vanno evitati, sostituiti, invece, da messaggi comprensibili, chiari, efficaci, rispetto a chi si è. Solo così si riesce ad operare selettivamente rispetto al nostro entourage di frequentazioni. Gente che stimiamo e ci stima, di cui ci fidiamo e che si fida. Compagni di viaggio, nell’ambizioso racconto che è la vita.

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