How to have sex: storia di storie sin troppo note…
Alice nella Città. Lo abbiamo accennato altrove, è questo il nome della rassegna dedicata ai giovani, sezione a latere della Festa del Cinema di Roma.
E, all’insegna dell’universo femminile, si apre anche questa frangia di film, affrontando, in primis, un tema super attuale. Quello, cioè, del sesso tra adolescenti e delle possibili violenze, tra maschi e femmine. Così, tra i titoli si fa notare How To Have Sex, opera prima, scritta e diretta dall’inglese Molly Manning Walker e vincitrice del Certain Regard, in cui sono di scena tre ragazzette del liceo che vanno in vacanza in Grecia, a Malia, in cerca di sballo e di sesso.
Ma – c’era da aspettarselo – le cose non andranno proprio come immaginate. La ‘migliore vacanza della loro vita’ non tarderà a deludere previsioni e aspettative. Di più, ucciderà – seppur sottotraccia – anche i sogni. Istantanea, priva di giudizio, sull’impreparazione alla vita degli adolescenti di oggi, che poco sanno andare oltre il bere, fumare… vomitare.
E chi è più forte o, almeno, tale sembra, più facilmente si trova a scontrarsi con la realtà della relazione che intercorre tra maschi e femmine. Feste, che terminano con rapporti non consenzienti e un apocalittico vuoto a fare da cornice, proprio come accade nella realtà. E l’eterna ed irrisolta domanda, a seguire, se sia o non sia violenza.
Si parte con l’idea di scopare. Lo si fa – però – malamente, subendo controvoglia le velleità di qualcuno che non era, in verità, chi si voleva. Lo si racconta alle amiche, pure, tanto per fare bella figura ma, nell’animo, la voce interiore rimanda ad altro… Pochi, del resto, i ragionamenti, scarso lo spazio riservato al pensiero. C’è posto, più o meno, esclusivamente per lo sballo.
Spaccato desolante – la pellicola e non solo questa – di gioventù, alle prese con ‘troppo’ tempo libero e con un livello culturale, evidentemente insufficiente.
Tutto è filtrato, visto attraverso lo schermo di uno smartphone e attutito dall’alcool e dallo stordimento della filosofia del partying. Eppure, il sotto testo racconta di un desiderio di romanticismo inespresso e ai limiti dell’ingenuità fanciullesca. Probabilmente, l’unico sentimento necessario. L’unico, irrimediabilmente difficile da decodificare.
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