Malloreddus… e subito parli di Sardegna

Malloreddus… e subito parli di Sardegna

Tipicità di Sardegna. Il pane carasau, la fregola, il tonno, la sua bottarga… potremmo stare ad elencare per ore i pregi di un’isola, ricca di risorse. Prodotti, che si misurano con le capacità artigianali degli abitanti del posto e con le loro tradizioni, sempre forti ed attuali.

Così è, ad esempio, per gli gnocchetti sardi, ricetta rinomata, preparata in occasione delle feste e non solo.

Il gusto classico della cucina sarda

Del resto, la storia dei Malloreddus – questo il nome con cui li identificano gli oriundi – è assai antica e non ancora del tutto definita.

Fatto sta, si tratta di un formato, nato per rispondere, attraverso le sue caratteristiche, all’esigenza di una pasta semplice da preparare e capace di imprigionare i sapori. Semola di grano duro e acqua, dunque, sapientemente lavorati, bastano, per arrivare all’obiettivo. Due cm di lunghezza arrotolati su se stessi, a mo’ di conchiglia, con tanto di striature esterne e cavità interna, per raccogliere il condimento.

A variare sono – invece – proprio questi ultimi, anch’essi frutto dell’esperienza locale. Si va dal pecorino sardo, formaggio a pasta dura prodotto esclusivamente con latte di pecora, alla salsiccia fresca. Salsa di pomodoro e un pizzico di zafferano completano la preparazione che meglio sposa il prodotto, vale a dire il sugo alla campidanese, emblematico di questi luoghi.

Non meno buoni sono, tuttavia, accompagnati da frutti di mare, con cozze vongole e gamberi a fare da cornice ad un piatto, sempre riuscito, comunque lo si voglia interpretare.

I PIU’ CLASSICI DI SEMPRE: ALLA CAMPIDANESE

  • Gnocchetti Sardi 400 gr
  • Salsiccia 300 gr
  • Pecorino sardo fresco 200 gr
  • Cipolle 50 gr
  • Olio extravergine d’oliva 30 gr
  • Passata di pomodoro 300 gr
  • Sale 1 pizzico

Iniziate, dalla preparazione del soffritto. Sbucciate e tritate finemente la cipolla. Quindi, lasciatela appassire lentamente in un tegame, insieme all’olio. Nel frattempo, spellate la salsiccia. Sbriciolatela grossolanamente con le mani e unitela al resto.

Fate rosolare la salsiccia per 15 minuti, a fuoco vivace, mescolando spesso. Poi, unite la passata di pomodoro. Mescolate nuovamente e coprite con un coperchio, lasciando cuocere per circa un’ora. Infine, se necessario, regolate di sale. Quando il sugo sarà pronto, cuocete i malloreddus in abbondante acqua bollente, salata a piacere.

Intanto, grattugiate il pecorino in una ciotola e aggiungete un mestolo di acqua di cottura della pasta. Frullate con un minipimer, aggiungendo altra acqua, se necessario e sempre lentamente, fino ad ottenere una crema, liscia e non pastosa.

Scolate la pasta e unitela al sugo di salsiccia, direttamente in padella. Mescolate e, in ultimo, unite la crema di pecorino. Mantecate bene per amalgamare tutti gli ingredienti e servite i malloreddus alla campidanese, ancora caldi.

CONSIGLIO

Se la crema dovesse risultare granulosa, setacciate il composto prima di aggiungerlo alla pasta.

CURIOSITÀ

Il termine malloreddu (plurale malloreddus) è un diminutivo di malloru, che in sardo campidanese (Sardegna meridionale) significa toro. Di conseguenza, malloreddu vuol dire vitellini. La forma panciuta della pasta, nell’immaginario del mondo agropastorale ricordava proprio la forma di piccoli vitelli.

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