Immarcescibile Kate

Immarcescibile Kate

Il temperamento – complice pure, probabilmente, il physique du rôle – che si disegna volutamente punk. Eppure, l’attitude rimane cool. Contributo di una sequela di segni, che raccontano l’imperfetto e ne fanno, però, un vanto: lo sguardo leggermente allucinato, le gambe esili, il sorriso, non omologabile.

‘Una’ qualunque, secondo alcuni niente di che. Un metro e 70, per 44 kg circa di donna, che irrompono sulla scena in Birkenstock. Vestiti, pochi. In compenso, spicca, poggiato sulla testa, un cappello da indiano; mentre gli occhi, stretti, ripercorrono l’espressione di chi è acciecato dal Sole.

Babydoll e poco altro, addosso, nel momento dell’iniziazione in passerella. Il volto, corrucciato, è incorniciato dai boccoli biondi, intenzionato al rilancio di una moderna Lolita.

Così nasce Kate Moss. Così, si contempera un mito che regge sul concetto di disorder. Indisciplinato, adolescenziale e, perciò, autentico. Modella, prima, ma anche cantante, designer… da trent’anni sulla cresta dell’onda, musa ispiratrice di chi l’ha voluta ‘far sua’; ne ha abbracciato – per meglio dire – modi di fare e filosofia. Quella cifra ribelle, misteriosa e anticonformista che, in fondo, da dovunque provenga, non smette mai di affascinarci.

Bassina (rispetto alle colleghe), emaciata, dicevamo, il che si traduce in diversa. Peculiarità, che finisce per coincidere con il termine unica. Pertanto, tutti la vogliono. La sceglie Calvin Klein, interprete – per antonomasia – del minimalismo che da sempre caratterizza il Marchio. Miuccia Prada, allo stesso modo, le fa la corte. Cavalca persino l’onda della polemica, la nostra, senza fare una piega, senza lasciare che l’iconografia venga scalfita, anzi. Ed ecco che, giunti i Duemila, si trasforma nuovamente. Cambia ulteriormente pelle. Si ricrea, rinasce, si reinventa. Ora sexy mannequin per Tom Ford; ora attrice, a servizio della creatività ribelle di John Galliano o Alexander McQueen

Da ragazza a leggenda il passo è breve, almeno nel suo caso, merito di un’evoluzione perenne, di un adattamento continuo, di un’abilità innata nel rendersi camaleontica, incarnazione di un approccio sartoriale, pensato apposta. Kate detta legge mentre sfila, sui giornali, nelle strade, infinita fonte per nuove idee. Crea stile e ce lo elargisce, oramai cinquantenne, disinvolta e ‘valida’ come il primo giorno.

Ci fa specchiare nelle regole per poi, al nostro cospetto e con nostra continua sorpresa, sovvertirle, proprio di fronte ai nostri occhi.

VADEMECUM DI UN’ICONA INTRAMONTABILE

  • Cappotti, pellicce, giacche, pantaloni, ma anche t-shirt, abiti, borsette e sciarpe… tutto si arricchisce, indosso alla nostra beniamina, di un tocco graffiante. Animalier, cifra di mise audaci. Maculato, leopardato, zebrato… tanto Lei può indossare di tutto
  • Minimal, esattamente come si presenta alla London Fashion Week del 2007. Per l’occasione, indossa pull grigio, jeans leggermente scampanato e sandaletto nero, col tacco. Basta così. Less is more
  • Che sia un chiodo in pelle effetto vissuto; che si tratti di una doppia gonna, dal tessuto vaporoso e impalpabile, Kate aggiunge costantemente qualcosa di ‘suo’. Personalizzare si fa declinazione di coolness… e, di colpo – ci insegna – diventi bellissima
  • Stacco di coscia da suscitare invidia e, immancabile, il tubino nero. Con indosso il Little Black dress, del resto, non si sbaglia mai
  • Garanzia, che la modella rivendica anche in sleep dress. Indumento, quest’ultimo, essenziale ma virale, in una collezione che si fa sconfinata. D’altronde, salva il look in uno schiocco di dita e allontana dall’impiccio di abbinamenti che, lì per lì, non sovvengono a mente. Vedo-non-vedo che ammicca, provoca, ironizza, ma sa – abilmente – dove fermarsi
  • Blazer nero, compreso di pantalone skinny a righe, che dona… a poche. Meglio, pochissime. Anime elette, come la sua, a cui nulla si può impedire. A completare l’opera, i revers in pelle della giacca, giacché nulla è corollario 
  • Abitino shimmering, quasi fosse l’ultima notte dell’anno, abbinato a stivali o, in alternativa, pantalone vinilico, completato da affilatissimo tacco dodici. Come a significare: usa e getta, perché qui la cosa più bella sei… Tu!

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