Quel sapore di ieri ad un passo dal futuro…

Quel sapore di ieri ad un passo dal futuro…

Fashion e atmosfere rétro. Un legame, questo, che non sembra tramontare mai. Del resto, come potrebbe, il passato, non costituire una fonte continua di ispirazione? Così, si ruba dalle epoche precedenti. Si elabora, si attualizza e lo sguardo di nostalgia assume le sembianze di qualcosa di nuovo. Si trasforma in materiale inedito. Si fa celebrazione di quel che è sbiadito, per riportarlo a nuova vita.

2024, dunque, che si ricava dalla forza di indumenti non più in utilizzi. Desueti, poiché legati, in parte, pure, a tempistiche ‘lente’, concetto del quale poco o nulla, oramai, siamo avvezzi a nutrirci. E invece no! Ecco – allora – apparire, nel guardaroba di noi Signore, il corsetto. A ridefinirci il punto vita ma, soprattutto, a rimarcare l’essenza di una femminilità che, per prime, abbiamo dimenticato. Trascurata dalle incombenze, dai ritmi del quotidiano, dal voler inseguire e perseguire un’arroganza tutta maschile, in verità, come se solo in tal maniera riuscissimo a sdoganarci da una serie di filamentosi stereotipi.

Bisogna tornare indietro fino al 1830 per ritrovare quelle linee che hanno caratterizzato il vecchio secolo e, ancora, i tempi addietro. Dalla vittoriana memoria, bandiera della caratteristica silhouette a clessidra, è ora pronto a riposizionarsi al centro della scena. E, sotto i riflettori, esalta spalle, valorizzate a loro volta da maniche ampie. Tocco di grazia, elemento lussuoso dove si tende, nuovamente e in un discorso più vasto, alla grandezza.

Dichiarazione di stile, che si culla nella storia e si declina al femminile come al maschile, in un’unica voce, segno, invece, della rivoluzione dei tempi moderni.

Accanto, altrettanto in bella mostra, trasparenze, pizzi e dettagli ispirati alla lingerie. Risorge – in poche parole – l’allure intima e sensuale del boudoir, quella atta a ricalcare una tradizione che respira di eleganza e raffinatezza e che affonda le radici in un’estetica, a quanto pare, niente affatto lontana. La rilettura è audace, vero, ma l’effetto è magnetico.

Dal busto ai piedi il tratto è breve e, pertanto, nel rimescolamento generale non possono mancare i tacchi. Quelli, a dire il vero, sorprendentemente bassi, manifesto di comodità, che si compone delle attese di una promessa per i giorni a venire. I Kitten Heels, protagonisti degli anni ’50, fanno il loro con un ritorno trionfante e catturano l’attenzione degli appassionati di moda, di ogni età.

Il panorama dei Social Media apre le porte – tradotto – all’idea di un esibirsi meno compulsiva, meno aggressiva o graffiante e si ricovera laddove si sente compresa, protetta, nel recupero di un’anima più delicata, più evanescente, forse. Di sicuro, onnicomprensiva.

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