Pronovias versus 2025: la sposa di domani si disegna così…
Sposarsi, nel 2025. Già, perché lo sappiamo, la moda si prepara agli appuntamenti con un certo; anzi, con un largo anticipo.
Dunque, per sapere cosa indosseremo, recandoci all’altare, sul finire del prossimo anno, tocca informarsi sin da oggi. Ecco, allora che, a tal proposito, sulla facciata del Museu Nacional d’Art de Catalunya di Barcellona, è apparsa una scritta: It’s not about wedding dresses. It’s about art, preludio di un appuntamento internazionale, oramai consolidato. Immancabile, soprattutto per quanti addetti ai lavori. In occasione della Barcelona Bridal Week 2024 si sfila – pertanto – e lo si fa, contornati, all’aperto, dalla lega dorata di un tramonto cristallino, godibile dalla collina del Montjuïc e dalle sagome dei suoi monumenti.
All’interno della fantomatica Location, invece, i soffitti sono affrescati; mentre le pareti, in stucco, si fanno custodi di patrimoni inestimabili. E’ in tale maniera che Atelier Pronovias ha voluto festeggiare i suoi 60 anni di attività, lo scorso 19 aprile 2024. Evento nell’evento, in cui il Brand spagnolo ha presentato tutte le novità, per quel che riguarda il prossimo futuro, in fatto di abiti da Sposa.
La collezione Bridal Spring 2025 si propone, alla guisa di esperienza immersiva. Sul grande telo bianco appaiono immagini di mani, intente nel tagliare e ricucire tessuti preziosi, guidate da un’esperienza che pare senza tempo e modulate dal ritmo incalzante di quartetti d’archi e electro beat. Poi, finalmente, fanno il loro ingresso i principali interpreti: i vestiti, disegnati oggi da un team interno di stilisti, diretto da Anna Ramirez.
E, subito, si fa evidente il cambiamento. I codici d’Archivio sono, ora, declinati con uno stile ben definito e senza indugi, che guarda alla tradizione alla ricerca di continuo stimolo, senza ripetizione. 38 look, che mostrano un capitolo inedito nella narrazione dell’intero settore e interpretano il sunto dei desiderata delle bride-to-be di tutte le età. Una Sposa dirompente, disinvolta, libera… che accoglie il corto di abiti a trapezio, o le proporzioni estreme di bralette sottilissime, abbinate a gonne scivolate, dalla vita molto bassa. Le trasparenze estreme di bluse accollate in voile o, ancora, completi con pantalone skinny.
Tutto è possibile, insomma. Tuttavia, rimane ammantato da gran classe.
I dettagli sono luminosi; i veli ricamati, le ruches fitte, accompagnate da cascate di cristalli e fioriture di pizzi. Tutto, ripensato per la contemporaneità. Alternarsi di geometrie taglienti e fluidità ariosa di bavari attorcigliati e maniche, senza inizio né fine; bustier sagomati e gonne a ruota.
E’ tempo di design essenziali, anche se rimangono in auge modelli principeschi, pur tuttavia, meno pomposi. Rinnovata essenza, in cui l’armonia si nutre di contrasti. Si percepiscono i vuoti, le leggerezze, ma ciò non fa che sottolineare il senso della ricerca. Quindici minuti, se così vogliamo tradurli, di spontaneità e struttura, privi di forzature, a corto di eccessi, completi… di tutto.
Non mancano, poi, i richiami alla Vecchia Hollywood e alla Space Age degli anni Sessanta, come anche silhouette, ispirate alle forme caratteristiche dei monumenti della città. Si fanno notare le luci e le ombre, pure, di una volontà che, pur intendendo assecondare lo spirito del momento, si delinea in modo del tutto personale, traendo spunto ovunque, senza però uniformarsi a nulla, che risulti predefinito. 60 candeline – dicevamo – per dichiararsi ancora attuale, al passo con i tempi, dimostrazione che quando il lavoro è dovizioso e attento finisce per non avere età.
ABITI DA SPOSA? PARLIAMONE…
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