LAT: quando la coppia scoppia e poi si ricompone…

LAT: quando la coppia scoppia e poi si ricompone…

Amore, vuol dir desiderio… e attesa e quest’ultima, giacché i tempi sono oramai mutati, significa pure poter scegliere in autonomia come viverlo, il sentimento che ci occupa, poiché non tutti siamo intenzionati ad abitarlo nella medesima maniera.

Così, c’è chi, sempre più di frequente, preferisce optare per una relazione LAT (Living Apart Together). Tendenza sempre più in auge e che, inevitabilmente, sta cambiando il modo in cui molte persone intendono – e vivono – il loro rapporto.

Dunque, laddove di norma, dopo un certo periodo, si convogliava di comune accordo in direzione del matrimonio o della convivenza, oggi – stando i motivi più disparati – si preferisce continuare a vivere in case separate; magari ambedue nello stesso edificio, nel comune quartiere, se non, addirittura, in città differenti.

Come a dire: ‘a ciascuno il suo spazio!‘ Niente spazzolini da denti in comune o via dicendo… Formula di successo, a quanto pare, che contempla più libertà e meno drammi. Abitudine, tra l’altro, che si sta diffondendo in sempre più Paesi: Stati Uniti, Inghilterra, Francia… e che passa da ragioni di natura personale a fattori economici e così via

In Italia? I dati ISTAT riportano che il 35% delle coppie si va direzionando, a sua volta, in tal senso e lo fa per scelta, più che per obbligo. Pregi e difetti di uno stile di vita che, come tutto, presenta i rispettivi pro e contro. Si mantiene – ad esempio – viva la scintilla. Non occorrono negoziazioni o compromessi del momento, si evitano o si riducono – per lo meno – le liti, dovute al fatto di dover ragionare con due teste. Si vira, riassunto, verso l’Individualismo. Ma non stavamo parlando di coppia?

Vero è che, rimanendo alla ‘giusta distanza’, battibecchi e discussioni si riducono di numero e, nel momento in cui si è assieme, c’è armonia. Meno stress, tutto sommato e più romanticismo. I fan dello stile di vita LAT sono convinti che questo sia il segreto per un’unione felice e duratura.

Il tempo condiviso è, insomma, di qualità. Ci si prende il meglio dell’altro e si tutela la longevità della coppia, preservandone il benessere. Non solo, è più semplice approfittare anche del tempo per sé, da direzionare, magari, a favore di amici o parenti. Risultato, una vita sociale meno monotona e un rapporto in cui l’intesa trovi le sue fondamenta su una dimensione di reciproca sincerità.

D’altra parte, il timore di impegnarsi o di assumersi tutta una serie di responsabilità è percettibile. Avvallata – pure – da un altro trend, altrettanto in sviluppo. Quello, cioè, delle coppie DINK, acronimo di Double Income No Kids. I partner – spiegato – contribuiscono economicamente al sostentamento della famiglia ma decidono di non avere figli. Come a significare che il modello di famiglia tradizionale è oramai affondato, o quasi.

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