A proposito di pasta? Sapevate che esiste, anche sull’argomento, un Galateo?

A proposito di pasta? Sapevate che esiste, anche sull’argomento, un Galateo?

Lo abbiamo ribadito più e più volte. La pasta è assai più che lo spunto per un primo. Qui nella Penisola è il simbolo stesso del Buon mangiare, idea per ricette di tutti i generi; piacevole diversivo, capace di accontentare, attraverso le innumerevoli combine, anche i palati più ambiziosi.

Dunque, l’iconica portata, simbolo del Tricolore nel mondo, è celebre e versatile e largamente consumata.

Si stima che, solo negli ultimi 10 anni, se ne siano mangiate, nell’intero globo, da 9 a 17 milioni di tonnellate e, ovviamente, siamo proprio noi, abitanti dello Stivale, coloro che ne fanno maggior uso. Già, ma il termine pasta non sempre è in confidenza con quello di etichetta, possibile motivo, in virtù di eventi formali, di spiacevoli inconvenienti o specchio, sia pur inconsapevolmente, di scarsa educazione.

Il galateo, ovvero l’insieme di norme comportamentali idonee ad ogni contesto o situazione propone, perciò, sull’argomento, una serie di accortezze da seguire, per mangiare la pasta in modo corretto. Perché l’idea di Bon ton non corrisponde unicamente al saper apparecchiare ma anche – come giusto che sia – al sapersi comportare, in quel della tavola, alle prese con i diversi alimenti.

Volendo partire da un classico, pertanto, gli spaghetti sono forse il formato più amato, data la versatilità e la propensione a raccogliere ogni sorta di condimento. Ardui, al contempo, da mangiare… senza rischiare di impasticciarsi. Vietati, ad esempio, presso la Royal Family – e non è un caso – almeno in fase di occasioni pubbliche, in cui il rischio di sporcarsi è ogni istante e malgrado tutto dietro l’angolo.

Dunque, niente pasta lunga in occasione di cene di un certo livello? Niente affatto. Occorre, tuttavia, assicurarsi di risultare al corrente delle regole che, stando appunto al Galateo, mettono al sicuro da eventuali figuracce. Tanto per cominciare, evitiamo di adoperare cucchiaio e forchetta, tecnica spacciata come ‘la migliore per non sporcarsi‘, eppure ritenuta – stando invece alle buone maniere – poco elegante.

Per ottenere il boccone perfetto bisognerà inclinare la forchetta – non usandola mai in verticale – assicurandosi che non rimanga alcunché di penzolante. Assolutamente vietato tagliare gli spaghetti; vera e propria infrazione alle norme, anche più elementari. L’unico caso in cui l’azione non è paragonabile ad un misfatto è se, a doversene cibare, è un bambino, al di sotto dei 5 anni.

Passiamo, ora, alla pasta corta. Nessuna accortezza? Ebbene, sappiate, al proposito, che bisogna infilzarla con la forchetta, evitando di inserire i rebbi dentro l’incavo della pasta; abitudine questa, comune a molti. Non solo. Mai esagerare con i bocconi ma prelevarne, al contrario, poca per volta. Se invece ci si trova alle prese con pastina per minestra, zuppa o brodo va usato il cucchiaio, riempito il giusto, in modo che il contenuto non strabordi, una volta portato alla bocca. Il piatto, poi, giunti quasi fine, va inclinato in direzione del centro tavola e non il contrario, con il cucchiaio perpendicolare alla bocca, anziché orizzontale.

Scontato, ma va vale ugualmente la pena ricordarlo: evitare qualsiasi forma di risucchio, davvero antipatico. In quanto alla ‘famigerata’ scarpetta, il Galateo non la vieta del tutto ma precisa che la si può fare in circostanze meno formali e mai con le mani; bensì infilzando il bocconcino di pane con una forchetta e raccogliendo, così, il gustoso sugo avanzato nel piatto.

Ultimo step, le poche – o tante – accortezze per servire il primo in maniera adeguata. Innanzi tutto, bisogna adoperare piatti fondi, che contribuiscano a creare la forchettata perfetta. Per quanto riguarda la quantità, è bene non esagerare. Il piatto non deve essere mai troppo pieno e, nel caso in cui l’invitato desideri un ulteriore assaggio, può sempre fare il bis. Infine e non è una nota da sottovalutare, l’impiattamento deve risultare evidentemente accattivante; un piacere per lo sguardo, assicurandosi che il bordo del piatto si conservi perfettamente pulito. Del resto, si comincia a mangiare con gli occhi, no?

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