Architecture for Dogs: tutti uniti per Fido
‘Designer di tutto mondo, unitevi!‘ o, probabilmente, lo avete già fatto – questo è quanto, almeno, testimonia l’ADI Design Museum di Milano – che offre agli occhi dei propri visitatori cucce, rampe, tappeti, panchine… opera dei più celebri architetti internazionali. Mostra unica, che propone habitat, pensati su misura per l’amico Fido.
Fino al 16 febbraio 2025, Architecture for Dogs celebra, in breve, il rapporto speciale che intercorre tra noi, esseri umani e i nostri cani, tra le quattro mura delle abitazioni che ci vedono protagonisti. A Londra, nel 2020, la prima Edizione Europea. Prima ancora, a San Paolo, Shanghai e Tokyo e, adesso, anche nella Penisola, armati, gli ideatori, dell’intento di evidenziare come gli spazi domestici possano essere ripensati in modo pet-centrico.
D’altronde, si contano circa 15 milioni di cani che, abitualmente, convivono con i loro amati padroni. Dunque, tutti i migliori, in loro favore: Asif Khan, Kengo Kuma, Kazuyo Sejima e Toyo Ito, solo per citarne alcuni.
Ogni progetto è pensato per una specifica razza, con soluzioni che rispondono alle personali necessità. Volete qualche esempio? Cucce verticali, che permettono ai cani di guardarci negli occhi; panchine, in cui rilassarsi al fresco; toelette per barboncini vanitosi; tappeti a forma di bistecca; librerie, rifornite di piante e suppellettili e c’è, persino, un labirinto per giocare. Suggerimenti e suggestioni, che poco o nulla hanno di anonimo.
L’edizione milanese conta, tra l’altro, la partecipazione di due grandi nomi: Giulio Iacchetti e Piero Lissoni. Progetti, questi ultimi, realizzati in collaborazione con Riva 1920 e che conservano alti i valori di sostenibilità e artigianalità, tipici della tradizione italica.
Vera novità – tuttavia – è l’opportunità – aperta a chiunque – di partecipare all’iniziativa. Dal sito ufficiale: architecturefordogs.com, infatti, è possibile scaricare gratuitamente le istruzioni. Approccio inclusivo, che ha finito per dare l’avvio ad una comunità globale di appassionati, in vena di sperimentare, condividere e reinterpretare le diverse idee.
Neppure Giorgio Armani si è tirato indietro, regalando una capsule collection apposita e altrettanto dicasi per Poldo Dog Couture. Il Museo, del resto, si presenta come un luogo di dialogo, tra i pochi, oltretutto, a consentire l’accesso ai cani, segno evidente del cambiamento culturale in corso.
Tra fotografie, video e motion graphics, si tratta – dunque – di un’esperienza immersiva e coinvolgente, invito a riconsiderare il rapporto con gli animali domestici, sponsorizzando cura per una convivenza, niente affatto scontata.
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