La bellezza che si crea grazie al ‘lavoro di squadra’
Belle, ci piace. Ci piace sentirci guardate, sotto occhi che ci indagano, a mo’ di riflettori. Diversamente, non amiamo che si notino ritocchi e ritocchini vari, a cui l’era moderna ha insegnato a sottoporci. Sotto l’insegna dell’impercettibile, perciò, preferiamo muoverci, sventolando la bandiera degli undetectable injectables, vale a dire degli iniettabili non rilevabili. Tecniche di medicina estetica all’avanguardia, che unite assieme consentono di raggiungere obiettivi oltremodo performanti, meno dolorosi, più fast e, soprattutto, che non diano a vedersi.

Dermatologia rigenerativa, che si basa su protocolli già rodati, combinati per pelli che presentino la necessità di sostegno immediato. La premessa è di unire iniettivi a laser e led. La base di ogni trattamento è il picotage, da eseguire su tutto il viso con un ago lungo circa un millimetro. Consiste nell’inserire piccole quantità di acido ialuronico libero nel derma papillare, rigenerando la produzione di collagene ed elastina.
Si passa, dunque, al rimage. Si applica – cioè – un gel ricco di fospidina, che aiuta a creare nuovo acido ialuronico e lo si fa penetrare nei primi strati del derma, grazie alla dermoporazione; un processo, che sfrutta le microcorrenti.

Subito dopo, attraverso una radiofrequenza frazionata, si veicola la fospidina sull’apparato di sostegno della cute, rinforzandolo. Infine, con una lampada led ad alta intensità, viene accelerato l’intero processo, per migliorare turgore ed elasticità del viso. Terza fase, infine: il laser RedTouch, terapia anti-aging, tesa a migliorare l’attività cellulare, irrobustire i tessuti e agire, a protezione delle macchie. Percorso, quest’ultimo, della durata di circa un’ora e dal costo di 1.000 euro.
L’ultima frontiera dei device che segue la medesima filosofia di fusione, funziona a velocità ipersonica e con temperature glaciali, per trattamenti estetici indolore.

Il TargetCool, ad esempio, è un dispositivo medico che, a prima vista, ricorda una pistola ad acqua ma che, in realtà, rappresenta un sistema di raffreddamento della cute, adatto a più terapie, basato sulla presenza di una bomboletta monouso di Co2 medicale di grado alimentare. Anidride carbonica – tradotto – che si può respirare. Anestetizza, in linea di massima ma, ancor meglio, lo si può usare in Boosting Mode, affiancato di un booster-container a cartuccia monouso, in cui caricare biorivitalizzanti, esosomi o anestetici, lasciando che i principi attivi penetrino alla velocità del suono e in profondità, solo per mezzo della pressione. Una volta all’interno, la temperatura del corpo lo riscalderà, permettendo che compia quel che deve.
Per quel che riguarda, poi, i peeling, i più aggiornati riescono a spingersi fino a 2 mm sotto la cute. Per sfruttarne le potenzialità con risultati ancora più efficaci, li si abbina a Morpheus (sorta di radiofrequenza frazionata ad aghi, in grado di penetrare fino a 4 mm ed erogare energia calda, per contrarre il grasso cutaneo.

Lo stesso macchinario, amato dalle star di Hollywood per il face shaping, è sempre più promiscuo. 1.200 euro, circa, per un trattamento mirato che, prima, agisce in maniera selettiva su lesioni vascolari e pigmentate. Subito dopo, opera sul rimodellamento del piano ipodermico e su quello superficiale, per migliorare la qualità della pelle, in base alla componente adiposa. Il protocollo effetto glass skin – ultimo solo in elenco, si adatta alle più giovani o a chi si è precedentemente sottoposto a lifting. Nella sue seconda fase, in modalità Resurfacing, non abbisogna di aghi; bensì, merito una serie di pin a punta arrotondata che si appoggiano sul viso creando un micro danno controllato per levigarlo, promette, in termini di risultato, una pelle liscia, luminosa e compatta. 45 minuti circa, dal costo di 800 euro.
Come a dire che, persino quando si tratta di bellezza, il gioco di squadra conduce sempre alla meta.
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