Curiosità e aneddoti su quei ‘cattivoni’ della Disney

Curiosità e aneddoti su quei ‘cattivoni’ della Disney

Ce ne vuole, per sostenere il ruolo di cattivo e la Disney, da sempre, è concentrata a proporre personaggi, di volta in volta iconici. Memorabili, per via delle loro fattezze, dei tratti caratteriali, dell’arte che si nasconde dietro il loro doppiaggio.

Cartoon, che fanno la differenza, proprio poiché arredati di antagonisti capaci di destare, alle volte, persino simpatia. Di sicuro impatto sul pubblico.

Partiamo, allora, da Ade, in Hercules… siete curiosi? Ebbene, sappiate che l’antagonista di turno doveva distinguersi, a suo tempo, per il carattere cupo e intimidatorio. Ruolo da affidare, almeno nelle intenzioni, al leggendario Jack Nicholson. Tuttavia, le richieste economiche, comprensive pure di una percentuale sugli incassi del merchandising, risultarono troppo esose. Così, si ripiegò, per il doppiaggio, su James Woods, la cui interpretazione ironica e rapida costrinse però gli sceneggiatori a rivedere la scrittura, trasformando il Re degli Inferi in un villain, sarcastico e imprevedibile. Un successo, alfine, inaspettato.

A Jafar – stiamo parlando di Aladdin – avrebbe dovuto essere dedicato un brano dal titolo Humiliate the Boy, teso – nel testo – ad annichilire il protagonista. Sebbene il pezzo fosse – in parte – animato, venne tagliato, per motivi di ritmo e per il tono, esageratamente crudele. Riflesso delle frustrazioni del paroliere Howard Ashman, che lottava – allora – con la sua malattia terminale. Un lavoro intriso di amarezza che, forse, era più conveniente proteggere.

Passiamo, quindi, a Bambi e alla figura del Cacciatore che, almeno nell’idea iniziale, avrebbe dovuto morire tra le fiamme da lui stesso appiccate. Una scena sin troppo raccapricciante, se diretta ad un target di pubblico evidentemente giovane e non ancora pronto, per fare i conti con i fotogrammi di un cadavere carbonizzato.

Ne La Carica dei 101, Crudelia De Mon prese vita – invece – grazie alla figura di Tallulah Bankhead, interprete famosa nella prima metà del ‘900, rinomata per lo stile eccentrico e gli atteggiamenti, lontani dagli schemi. L’esperienza teatrale, unita ad una silhouette esile e longilinea, finirono per influenzare sembianze e comportamenti dell’invidiosa ‘amica di famiglia’.

La voce roca e minacciosa di Scar, ne Il Re Leone, apparteneva – a sua volta – a Jeremy Irons. Ebbene, sappiate che, per aiutarsi nell’interpretazione, l’attore era in uso fumare, in fase di registrazione e persino mentre cantava. Dettaglio, capace di aggiungere un tocco di autenticità al ruolo ma che richiese un accurato lavoro di editing.

Stesso cartone ma, stavolta, ci rivolgiamo alla coppia comica Cheech e Chong che avrebbe dovuto interpretare due tra le iene, al fianco di Whoopi Goldberg .Nulla da fare. I due avevano smesso da poco di lavorare insieme, conducendo la Disney verso soluzioni alternative.

Gaston – stiamo, ora parlando de La Bella e la Bestianon è solo un narcisista incallito. Rappresenta un concentrato dei peggiori difetti degli ex fidanzati della sceneggiatrice, Linda Woolverton. Una vera e propria presa in giro, rivolta ad alcune tra le persone incontrate nella sua vita.

Il giudice Frollo – ci riferiamo a Il gobbo di Notre Dame – noto per la sua ossessione per Esmeralda, deve parte della sua caratterizzazione al comandante nazista Amon Goeth, in Schindler’s List. Entrambi disprezzano il popolo e sono vittime, in egual misura, di una attrazione nefasta, nei confronti di una donna.

Nonostante Barbra Streisand costituisse la prima scelta per il ruolo di Yzma, ne Le follie dell’Imperatore, la parte fu affidata – invece – ad Eartha Kitt, che si distinse per carisma e versatilità. Decisione, peraltro, mai rimpianta.

Ursula, la strega del mare presente ne La Sirenetta, ha solo sei tentacoli, anziché i tipici otto. Un escamotage, questo, per contenere i costi di animazione che, però, non diminuì l’impatto visivo del terribile polpo. Ispirata, nell’idea, alla drag queen Divine, fu, a suo tempo, una scommessa vinta.

Ne Il libro della Giungla, il design del mento di Shere Khan influenzò, poi, il look di Godzilla, nel film del 1998. Il creatore del mostro, Patrick Tatopoulos, dichiarò, difatti, di aver preso ispirazione proprio dall’aria minacciosa e al contempo elegante della famigerata tigre.

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