La Tv premia l’arte di essere fragili
Parliamo di televisione… Anzi, no. Parliamo di quello che, di anno in anno, sempre di più si dimostra specchio della nostra Penisola… e delle nostre personalità. Temptation Island torna, dopo averci lasciati soli per un po’ – giusto quel tanto che basta per disintossicarci – e, di nuovo, fa man bassa di ascolti.
Alla faccia di quanti si indignano di fronte alle proposte della oramai conclamata Tv spazzatura, o di coloro che inorridiscono, imbarazzati, faccia a faccia con il trash televisivo, qui non c’è soluzione di causa. Guilty pleasure, quando si tratta di vedere quanto sappiamo renderci ridicoli, in Amore.

Eh sì, poiché tutti, bene o male, finiamo per riconoscerci nelle dinamiche delle coppie delle quali, partigiani o meno, assistiamo la sorte. Le loro storie sono, in fin dei conti, le nostre. I loro racconti di vita ci riguardano in prima persona, vuoi o non vuoi e, per questo, ci coinvolgono e ci appassionano. Sempre.
Certo, buona norma vuole che ‘non ci si faccia accorgere’. Dunque… “lo guardo per ridere“, oppure, trattasi di “antropologia applicata“. Si va alla ricerca di scuse plausibili, che ci consentano di accomodarci lì, sul nostro divano rilassati e… I più intellettuali lo spacciano persino per ‘fenomeno di costume’. Tant’è. Il giovedì sera preferiamo, ancora in questa occasione – numeri alla mano – rimanere appollaiati davanti allo schermo della Rete Ammiraglia Mediaset, anziché uscire o, assai più modestamente, cambiare canale.
Insomma, chi snobba il programma – opera magistrale della sempre verde mente della Signora De Filippi – lo fa, solo in apparenza, vittima a sua volta di un eventuale tradimento, di litigi che riguardano le spese di casa o, ancor peggio, la distribuzione dei compiti da assolvere.
Fatto sta – lo accennavamo – è bastata una sola puntata, per registrare il 28% di share, pari a 3.4 milioni di telespettatori. Numeri che, dati i tempi, fanno gola e suscitano invidia…
Perché? C’è, allora, da domandarsi e la risposta è presto detta. Lo Show in questione offre, invero, la possibilità di sentirsi ‘meglio’. Meglio con se stessi, intendiamo. Superiori, di una superiorità che, poi, agli effetti, tale non è. Voyeurismo per ipocriti, che salvaguarda le coscienze. “Almeno io non sono così… volgare? Sciocco? Ricololo?” e via dicendo.
Tanto funziona, lo spettacolo che, nel momento in cui interviene un elemento di rottura – vale a dire un accento di ‘normalità’, definibile pure come logica o buon senso – quasi quasi il divertimento scema. Stona l’idea che si possa rispondere a criteri di dignità. Dunque, l’attenzione si rifugia laddove risulti più facile puntare il dito, giudicare ed innalzare, nel frattempo, un inno di gioia al nostro ego, che ci racconta di tutto, pur di non riconoscersi in ciò a cui si sta assistendo.
Ammettiamolo, le cose stanno diversamente: medesima sostanza; cambia – al limite – il pakaging.
Così, dismessa la maschera, siamo uguali a quel che guardiamo. Miserelli, finti, vigliacchetti. Loro, i concorrenti, anzi, mettendoci a fronte della loro volgarità – e, del resto, con tanto di telecamere addosso h24, dove vuoi fuggire? – sanno rendersi persino sinceri. C’è chi urla, chi piange disperato, chi lancia o rompe oggetti… Chi è, allora, più onesto? Viene da chiedersi. Chi è dentro o chi è fuori.
Tant’è, il successo del programma è dato da un fattore di inevitabile e fortissima immedesimazione. Tutti – o quasi – siamo orfani di senno, quando si tratta di sentimenti. Basterebbe saperlo ammettere e, magari, riuscire pure a farci su una sana e compartecipe risata. Altro è ‘mettere le distanze’, osservare dall’alto, denigrare, per auto crogiolandosi nell’illusione di essere ‘diversi’. Nel mare magnum delle disgrazie di cuore – ahinoi – siamo parimenti compresi e con buona pace di ciascuno. Tanto vale farsene una ragione…
Perle di saggezza e chicche di Tv
- “Una persona che vi ama non vi fa soffrire“
- “Per me è importante restare qua, me la sono costruita questa occasione, non me la devi togliere se mi ami“
- “Il reale motivo è questo: io a Sonia non so se la amo ancora o, peggio, ancora non so se l’ho mai amata. Da qui a dire “la ami”… Io sono sincero, purtroppo non sono in grado di poterlo dire“
- “È capitato, in passato”. “In passato? Un mese fa!”
- “Io voglio essere amata per quella che sono, no per quello che do o per quello che faccio”
- “Chiedo il falò di confronto, perché ho già visto tutto lo schifo che dovevo vedere. Ho già le mie risposte e non ha senso di continuare“
- “Se tu mi hai scelto, non devo essere io a dimostrarti ogni giorno che sono degna di stare con te“
- “Ricordatevi questa frase: La parola ti condanna più dei fatti!”
- “Ragazze, qualunque cosa succeda, Io vi auguro a tutte che vada tutto bene. Perché la verità è che noi siamo qui, ma lo sappiamo che speriamo tutte di uscire con i nostri fidanzati. Però vi dico una cosa: se qualcosa vi fa male, vi fa soffrire, non accettatela, non fate come me. Io ho chiuso gli occhi tante volte sperando di sbagliarmi. Alle prime avvisaglie, ascoltate l’istinto, perché una persona che vi ama non vi fa soffrire. Può capitare una volta, ma dopo si deve cambiare rotta, sempre”
TANTE NEWS SU TEMPTATION ISLAND…
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