Abecedario per consigli di stile

Abecedario per consigli di stile

I capi ‘giusti’? Servono, e vero, nell’idea di assolvere alla ricerca del look ‘su misura’. Tuttavia, da soli non bastano. Non almeno, se privi degli accessori, atti a qualificarne il grado di originalità. Dettagli, che possono dare adito ad un pollice alzato, o ad un pollice verso, a seconda dei casi.

L’abbigliamento, in sunto, finisce per non più riflettere ciò che siamo e la routine poco romantica del ripetersi annebbia il messaggio di cui ci facciamo testimonial.

Ebbene, tutto sta nel rendersi conto che il problema, con tutta probabilità, non è il capo scelto; bensì, il modo in cui lo indossiamo. Lo stile non lo si acquista; né lo si copia su Instagram. Si tratta, piuttosto, di un linguaggio e, come tale, va espresso con sincerità, cura e – perché no – anche un pizzico di malizia.

Al di là dell’effetto ‘sfilata’, l’obiettivo è – dunque – riuscire ad evitate l’auto sabotaggio. Cadute, pressoché impercettibili che, pur tuttavia, recitano la differenza. Capita a tutti, prima o poi, vero. L’importante è non ripetere… e non ripetersi.

Le scelte, pertanto, vanno espresse chiaramente, in maniera dritta e assertiva, di qualsiasi genere siano. L’attributo non è, cioè, tanto a distinguersi, quanto – minimaliste o meno – a risultare in linea con se stessi/e.

Ecco, allora, che la tentazione ad aggiungere, in tal senso, può rivelarsi un’enorme nemica. Ladra di chiarezza e, al pari di una tela sovraccarica di colore, rischia di ingenerare confusione. Immaginate di respirare. Occorrono attimi di sospensione che vanno ‘doverosamente’ lasciati vuoti, affinché i ‘pieni’ risaltino di più. L’esercizio è, dunque, a sapersi trattenere.

Né è l‘età di un indumento a renderlo meno bello. Il modo, invece, in cui invecchia. Seppur vintage, se provvisto di cura, non produce lo stesso risultato visivo di un abito con cuciture sgualcite, scarpe visibilmente consumate, una camicia con il colletto cadente… involontaria, o volontaria indolenza, nel prendersi a cuore quel che abita il nostro armadio.

Ciò premesso, non crediate che un outfit informale richieda meno sforzo di un vestire più eccentrico, o ricercato. Da espressione di uno stato rilassato a scelta infelice, insomma, il passo è breve. Occorrono, al contrario, precisione e naturalezza. Pulizia delle linee e controllo che, sommati, fanno il successo.

Non è, poi, necessario conformarsi a nessuno standard. La sobrietà, parimenti ad una personalità più estroversa o creativa, richiedono gusto e capacità di espressione.

Certo, alcuni piccoli trucchi aiutano, nel ravvivare un modo di abbigliarsi altrimenti un po’ spento, ma il filo, da qui al ridicolo ,o allo scialbo è sottile e ne va tenuto conto.

La moda, infondo, non rappresenta altro che un’opportunità. Il luogo immaginario, in cui divertirsi, sperimentare o rimanere fedele a se stessi/e.

Riassunto: niente è immutabile; né esiste fallimento, purché ci si rappresenti in maniera autentica e, se ci si dovesse sentire ‘banali’, allora basta rivedere poco, ascoltarsi e comprendere in cosa si è cambiati e mettersi alla ricerca del nuovo modo per corrispondersi.

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