Quel ‘fattaccio’ di Perugia. Non sono figli tuoi, ma viene fuori solo al divorzio
150 mila euro. Non uno di più, né uno di meno. E’ questa la cifra, stabilita dal Tribunale Civile di Perugia, come somma risarcitoria per un uomo che, dopo ben 20 anni di matrimonio e, allegato, brusco distacco, si è trovato a dover fare i conti con una altrettanto, se non più dolorosa realtà. I figli che aveva amorevolmente cresciuto, in verità – testimone l’analisi sul DNA – non sono i suoi. Ex marito, dunque, ed ex padre, in una botta sola. Il test, effettuato durante il procedimento di separazione, non lascia adito a dubbi. Ergo, la cifra ragguardevole messa in gioco dai forensi.
Li ha mantenuti, curati, cresciuti… l’ingenuo imprenditore umbro, come è giusto che sia. Nel rispetto doveroso dei propri obblighi di genitore. E, invece, era tutta una beffa, un inganno meschino, ordito dalla moglie stratega. Per dirla in linguaggio legale, Marcello Pecorari, avvocato del ‘nostro’, spiega: “Tecnicamente, è stato riconosciuto un danno endo-famigliare legato al comportamento, ritenuto illegittimo, del coniuge, per aver fatto credere all’altro che i figli fossero stati i suoi“.
La coppia poteva considerarsi ‘non più tale’ sin dai primi del 2000. In seguito al procedimento – niente affatto recente, dunque – era stato assegnato al padre il mantenimento della prole, ora maggiorenne. Quando, però, si è deciso di approfondire la faccenda, la verifica ha condotto al disconoscimento formale della paternità, avvenuto nel 2018.
La sentenza di primo grado – adesso – parla chiaro. Migliaia di euro, nel tentativo – ma esiste un quantitativo adeguato? – di far fronte al danno perpetrato, negli tempo, nei confronti del pover uomo.
Pensare che i due si erano sposati, intorno al ’90, in quello che mostrava tutta l’aria di un matrimonio ‘riparatore’. La donna era rimasta incinta; perciò le nozze. Poi, appena tre anni più il là, il secondogenito Anzi, la femminuccia di casa. I primi sospetti – a squarciare l’idillio – risalgono al 2006, nel momento in cui si rende palese la relazione extra-coniugale della moglie. Di qui, le pratiche per dividersi e quel ronzio… in testa. Il sospetto che…
‘Fidarsi è bene. Non fidarsi è meglio‘, recita un antico detto. Ma poi esiste il buon senso, che porta a considerare che i figli non sono di chi li mette al mondo, ma appartengono a chi li cresce. Il sangue, se è questo che si giudica, non può schermarsi da alibi a sentimenti, coltivati nel corso di una vita. L’amore, quello vero, se c’è stato, non è altrimenti cancellabile. Non basta un colpo di spugna per spazzarlo via.
Ed è vero. Non ha prezzo il torto subito. Ma ciò che si è inteso donare, nel frattempo, quanto si è stati in grado di ricevere, in maniera disinteressata, quello resta. Indelebile. Forte. Stabile, se così lo si è seminato.
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