Mi presento: Harry Potter… in carne ed ossa
Il maghetto più seguito di sempre, figlio della vena fantasy di J. K. Rowling, sappiatelo, esiste sul serio. Beh, non immaginatelo con gli occhiali inforcati e con, al seguito, gli immancabili compagni d’avventura, Ermione e Ron. Pensate, piuttosto, ad un babbano, nato nel West Yorkshire il 24 novembre 1884. Niente poteri straordinari, nulla a che vedere con gli incantesimi, ma anche quest’ultimo, alla guisa del ‘nostro’, grande sportivo e con indosso, appunto, il medesimo ‘timbro d’identità’.
Certo, in questa storia mancano le partite a quidditch, a cavalcioni su di una scopa volante, alla conquista del boccino d’oro. Eppure, alla stregua del famoso personaggio tratteggiato dalla scrittrice, anche l’omonimo beniamino del Grifon D’Oro, indossa, anzi indossava, fiero, i colori della propria squadra. Giallo-rossi, in questo caso, come quelli della casacca del Bradford City FC, con cui vinse, agli inizi del ‘900, un prestigioso torneo.
E le affinità, approfondendo la questione, si sommano. Mentre uno combatteva contro il suo antagonista Voldemort, l’altro, un tintore tessile, partiva alla volta del Belgio, durante la I Guerra Mondiale, arruolato per battersi contro l’esercito austro-tedesco, in quella che è passata alla storia come la terza battaglia di Ypres.
Peccato che l’esito degli scontri si sia rivelato tragicamente diverso. Il soldato Harry Potter, infatti, morì il 22 marzo 1918, nei pressi del villaggio francese di Arras, sotto i colpi nemici. Il corpo non venne mai ritrovato, ma il suo nome compare, in fila con quello degli altri numerosi combattenti, inciso nel freddo marmo del memoriale ai soldati dispersi del cimitero di Faubourg-d’Amiens.
Potere dell’immaginazione, si può arrivare dovunque, persino all’illusione che i due – persona e personaggio – possano, in qualche maniera, combaciare. Il primo che aderisce al secondo, e viceversa, con buona pace della Rowling che, di fatto, ha sempre smentito qualsiasi coincidenza con la realtà, nell’ispirarsi alla sua ‘creatura letteraria’ più riuscita.
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