Follia da Coronavirus. Gli parte un colpo di fucile e uccide il cugino
Voleva dare la “caccia” al Coronavirus. Ha finito per uccidere suo cugino
Questa storia, talmente surreale da sembrare figlia di un racconto di fantasia, si svolge ad Albuquerque, nel New Mexico. No, non si tratta di un episodio di Breaking Bad, né dell’ennesimo spin-off.
Il protagonista di questo evento di cronaca si chiama Anthony Padilla e trascina sulle spalle, sin troppo giovani, un peso più adulto dei suoi 19 anni. E’ stato accusato di omicidio, Anthony. Per la precisione, l’omicidio di suo cugino: Patricio Arroyo, appena 13 anni.
Ma come può accadere che un ragazzo, immotivatamente, si ritrovi a commettere un gesto non solo inconsulto, ma decisamente straripante rispetto ai numeri registrati all’anagrafe? Interrogato dalla polizia, Anthony si è giustificato dicendo che stava portando a casa il fucile, per proteggersi dal Coronavirus. “Ero certo che l’arma non fosse carica“, ha specificato l’adolescente alle forze dell’ordine. Tuttavia, quando è partito il colpo, per il ragazzino, che sostava poco distante, non c’è stato scampo.
Probabilmente il 19enne voleva fare uno scherzo al cugino
Allo sguardo delle autorità, intervenute sul posto, si è prefigurato un quadro raccapricciante. Il 19enne teneva in cugino in grembo, su un furgone posteggiato davanti la propria abitazione, mentre il fratello della vittima tentava invano di fare pressione sulla ferita. Un colpo al torace, stando ai rapporti. Tanto è bastato, secondo i dettagli diffusi Daily Star Online. Inutile la corsa presso l’ospedale locale. Il 13enne è stato dichiarato morto.
Secondo il racconto dei signori Padilla, genitori di Anthony, testimoni oculari dell’accaduto, si tratterebbe, con tutta probabilità, di uno scherzo finito in tragedia. Così, almeno, riportano gli investigatori. Un incidente, si potrebbe commentare, se non fosse l’incremento delle file registrate negli USA, di fronte ai negozi di armi.
Nell’era del Covid-19, il ritorno al Far West
Un’impennata, frutto della lucida follia di chi crede che ci si possa proteggere da un virus a suon di spari. E se nella Città che non dorme mai adesso il clima è spettrale, nelle provincie della California gli scaffali dei negozi sono divelti, svuotati di quel bene che, più che effimero, in questi giorni risulta inutile. Ci si affanna – si evince dalle pagine del quotidiano The Gardian – alla ricerca di una forma di rassicurazione, sia pur priva di senso, nell’idea utopica di proteggersi, così facendo, da eventuali disordini scoppiati a causa dell’emergenza.
“I politici e le forze dell’ordine ci hanno detto per molto tempo che non abbiamo bisogno di pistole. Ma in questo momento, molte persone hanno davvero paura e possono prendere questa decisione da sole”. E’ lapidario il commento di uno tra le numerose schiere di clienti, rilasciato al Los Angeles Time.
Un rinomato rivenditore online di munizioni ha pubblicato i dati delle vendite dal 23 febbraio al 4 marzo. Nel periodo in questione, c’è stato un aumento del 68% rispetto agli 11 giorni precedenti il 23 febbraio. Un’istantanea sincera e feroce. Il ritratto senza fronzoli del delirio che, ammantato sotto le sembianze del Covid-19, sta mettendo ulteriormente in ginocchio gli Stati Uniti.
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