Coronavirus. Il padre non può abbracciare la figlia ed inventa una scusa tenerissima

Coronavirus. Il padre non può abbracciare la figlia ed inventa una scusa tenerissima

Storie. Se ne ascoltano tante in questi giorni così strani del nostro esistere. Noi, abituati a muoverci a ritmi convulsi, ci troviamo costretti a rallentare, rivedere, rielaborare, rimpastare tutta una serie di abitudini e convinzioni, svuotando il cestino delle certezze, perché non esistono più, sostituite dall’unica speranza, diventata ormai una sorta di mantra: “Tutto andrà bene!“.

Così eccola, l’ennesima fiaba dei tempi moderni, quella di un papà, un medico gallese, per la precisione. Julian Bayliss scopre che un suo collega, di permanenza in Etiopia, risulta positivo al tampone che rileva la presenza del Covid-19. Essendovi stato a contatto, il dottore opta, secondo coscienza, per l’auto-isolamento. Una scelta logica, dettata dal buon senso.

Se non fosse che Bayliss decide, a differenza di molti, di isolarsi fuori dal proprio appartamento. Un gesto encomiabile, frutto di un profondo rispetto per la vita. Ma come si fa a spiegare tutto questo ad una bambina? Sì, perché, oltre che un camice bianco, l’uomo è anche papà e la piccola Poppy non è ancora strutturata abbastanza, per comprendere che dovrà rinunciare, almeno per un po’, al calore degli abbracci e dei baci.

Meglio giocare di fantasia, pensa Bayliss… e partorisce l’idea di un viaggio in Africa.

Le tenere videochiamate tra padre e figlia

La cronaca riporta una realtà diversa. Il dottore gallese risiede, attualmente, in un camper, a soli 300 metri dalla propria abitazione.

Distanza, per altro, piuttosto aleatoria, dal momento che l’utilizzo di un drone, atto a controllare che tutto sia a posto, minimizza di gran lunga il divario.

Ogni giorno, puntualmente, Julian fa una videochiamata a casa, simulando di mettersi in contatto dall’estero. Ad occuparsi dei suoi pasti c’è, per fortuna, sua madre che, a pranzo e a cena, ha cura che il figlio abbia qualcosa da mettere sotto i denti.

La ragione per cui mi trovo qui è il Coronavirus. Potete vedere che pure la mia sistemazione è equipaggiata. Ho tutto quello che mi serve, ad eccezione della mia famiglia, ovviamente”, spiega il medico, intervistato dalla BBC.

Non possiamo stare vicini, lei non può starmi vicino” – chiosa, riguardo alla costosa decisione di rinunciare agli affetti. Poppy… “si mette sul muro che si trova oltre. Vuole vedere se ci sono ancora, una cosa adorabile. Non credo che realmente comprenda la situazione. Lei vorrebbe venire da me ed io, ovviamente, vorrei stare con lei, ma non possiamo. Sarebbe stato più stressante (l’isolamento in casa), e sconvolgente“. Del resto, come dargli torto…

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