In primavera, il mondo si colora di ‘green’
‘Chi di verde si veste di sua beltà si fida…‘, recita un vecchio proverbio. Già, perché il colore in questione è segno non solo di equilibrio, ma anche di radicamento con l’ambiente circostante.
Facendo appello alla Cromoterapia, indica la calma necessaria per raggiungere i propri obiettivi, quell’energia in più, che spinge verso il raggiungimento di quel che si desidera. Ed è, pure, dal punto di vista psicologico, sintomatico di una personalità stabile, salda. Una tonalità, che riesce persino ad influenzare il sistema nervoso, calmandolo, con un’influenza positiva anche sul metabolismo: moto di sollievo dall’asma alle infiammazioni a livello articolare, alla tosse.
I più attenti al riguardo sanno bene che pietre come la giada, la malachite, lo smeraldo… sono collegate al chakra del cuore. Donano armonia e aiutano a mettere chiarezza tra i sentimenti e c’è chi sostiene che, indossando la tinta di cui sopra durante la notte o utilizzando coperte ‘in tono’, sia possibile alleviare l’insonnia…
Un coacervo di virtù, insomma, sintetizzabili con una scelta, volendo, assai più frivola. Quella, cioè, proposta dalla moda.
Se da un lato la prossima primavera non si arrende all’esplosione di grigio e giallo, come Pantone 2021 comanda, dall’altro, una tra le declinazioni più ardite e coraggiose dello spettro cromatico.
Riconosciuto cool da ogni fashionist che tale si voglia dire, a sancire definitivamente la svolta green è stato, di recente, Daniel Lee, nell’ultima sfilata di Bottega Veneta. Sotto il segno dell’abbondanza e della fortuna, i designer si preparano a disegnare una stagione calda che rinsaldi il legame con Madre Natura; che ce la faccia, insomma, percepire nuovamente amica.
E, in soccorso, per comprendere come indossarlo, si fanno largo le proposte del ready-to-wear, pioniere, per quanto riguarda l’esporazione di inediti tessuti. Si spazia dai più rigidi e strutturati – come il tulle – a quelli più fluidi e sensuali, vedi il raso e la seta dal finish lucido.
Badate, qui si parla total look. Bando alle mezze misure. Lo suggerisce Balmain, che ha in serbo un elegantissimo tailleur verde acido. Lo ribadiscono Aniye By e Jason Wu, virando verso sfumature a metà tra il citrico e il pastello. Sempre saccheggiando dalle passerelle, Michael Kors e Burberry scomodano persino il Vate. Gabriele D’annunzio l’avrebbe appellata: arborea vita, la nuance smeraldo, tra silhouette svasate e abiti aderenti. Tale è e a buon diritto, anche quanto mostrato da Act N°1 e Laura Biagiotti. Il timbro rimane lo stesso, ma la sensualità, qui, si rende sinonimo di personalità.
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