Partorisce il 22esimo figlio. La famiglia Bradford si allarga ancora…
Chi ha vissuto la propria adolescenza negli primi anni ’80, non potrà fare a meno di rammentare la famiglia Bradford.
La celebre serie, trasmessa prima in RAI e poi passata alle reti Fininveste – attuale Mediaset – raccontava le vicende di Tom Bradford, giornalista del Sacramento Register (quotidiano ideato ‘ad hoc’ per l’occasione), rimasto vedovo, e dei suoi otto figli. David, Mary, Joanie, Susan, Nancy, Elizabeth, Tommy e Nicholas – con età comprese, in linea discendente, dai 21 ai 7 anni – sono cresciuti insieme al pubblico, condividendo con i propri spettatori, spesso coetanei, cotte, delusioni, sogni e dispiaceri.
Un nucleo familiare atipico, per l’epoca, prototimo, in parte, della società odierna; in parte ancora emblema di una parentela ‘affollata’, in cui i numeri si fanno sentire, eccome.
Dalla fiction alla realtà, il passo è breve
Ebbene, talvolta, la storia si ripete. O meglio, va oltre la fantasia. In Gran Bretagna – state bene a sentire – la famiglia Redford ha, di recente, annunciato la nascita del 22esimo figlio.
Una vera e propria stirpe con, al cospetto, cifre da record. Se la pagina Facebook registra più di 300.000 ‘like’, il canale Youtube conta oltre 96.000 iscritti. Da far invidia, in quanto a notorietà, persino alla Royal Family.
Molteplici le ospitate televisive. Aveva fatto discutere, tra l’altro, che il padre, Noel, dopo la nascita del nono figlio, si fosse sottoposto a vasecotomia, salvo poi ripensarci, nel desiderio, rinnovato, di diventare ancora genitore.
L’annuncio del nuovo arrivato
“Butterò nel secchio tutti gli abiti premaman. Essere incinta non mi mancherà per nulla”, aveva dichiarato Sue Radford, XMR di tutto, buon senso compreso, arriva ora, su Facebook, l’annuncio della nuova nascita: “Abbiamo accolto la nostra bellissima bambina nel mondo venerdì sera. Siamo tutti così innamorati di lei”. Immancabile, una grande ridda di congratulazioni. “Che notizia meravigliosa, in un momento così difficile per l’intero Paese”, si legge tra i post. “Non vedo l’ora di conoscere il nome della vostra piccola bambina”, fanno eco altri.
Partorire ai tempi del Coronavirus
Scelte complicate, che portano a riflettere anche in tempi ‘normali’, se così vogliamo chiamarli; tanto più in giorni ‘avvelenati’ come questi, dove le ripercussioni di ogni gesto si fanno sentire, a mo’ di frastuono.
“Ero più spaventata di quanto non fossi mai stata, in ospedale, con tutto quello che stava succedendo con il virus. Ero preoccupata che a Noel non sarebbe stato permesso di stare con me. Ci siamo tutti isolati e sembrava sbagliato lasciare la nostra bolla di sicurezza per andare in ospedale ma, quando sono arrivata, mi sono sentita subito al sicuro”.
Decisioni coraggiose – dicevamo – che, al di là degli scetticismi, descrivono, senza ombra di dubbio, il carattere forte di una coppia, determinata nel voler guardare avanti.
Fatto sta, la neonata è sana, pesa 2 chili ed aspetta, ansiosa, di avere anche un nome. Con il cuore investito di speranza, Sue Radford ha affermato: “E’ stato il parto più strano che abbia mai fatto ma, di certo, uno tra i momenti più belli della mia vita”.
E chissà quanti altri ancora ce ne saranno…
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