Melania Rea: la famiglia devolve il ricavato della ONLUS alla ricerca contro il Coronavirus
Era il 20 aprile 2011, quando il corpo fu ritrovato, nel boschetto delle Casermette di Ripe della Civitella, vessato da ecchimosi e tumefazioni. Uccisa. Sgozzata, a soli due giorni di distanza. La gola squarciata, le coltellate, inferte in maniera compulsiva e poi quei segni, inquietanti. La siringa ancora infilzata sul cadavere, supino, e la svastica, tracciata addosso, alla stregua di un marchio. I jeans calati e le scarpe da tennis ancora addosso, come a seguire un disegno preordinato.
Una storia inquietante, quella di Melania Rea, condita di tradimenti, bugie, meschini sotterfugi. Una storia ordinaria, a ben guardare, arredata da una sostanziosa dose di vigliaccheria – quella di Salvatore Parolisi, reo, in primo luogo, dei suoi atteggiamenti ‘piccini’, di fronte a tanta orrenda drammaticità – conclusasi nel più tragico degli epiloghi.
Ma anche di coraggio. E di virtù. A partire dalla stessa Melania che, fino all’ultimo, deve aver lottato, per preservare quel senso di famiglia che si sentiva strappar via.
Il corollario dei personaggi, tuttavia, in questo racconto, è ampio. C’è mamma Vittoria, pronta a crescere la piccola, che indossa il suo stesso nome. C’è papà Gennaro, ex maresciallo dell’aeronautica. E c’è Michele, il fratello Michele.
La scelta di mettere i proventi della ONLUS a disposizione della ricerca
Ebbene, oggi quello stesso stesso nerbo si ripete e si veste di gesti simbolici. Urla, con la voce della generosità, il personale sentire.
E’ proprio Michele a comunicare che il ricavato delle donazioni della ONLUS, che fa capo alla 29novenne, verrà devoluto in favore dei medici e degli ospedali, impegnati nella battaglia al Coronavirus.
Associazioni ed imprese eccellenti, personaggi pubblici e comuni cittadini. Nella lotta al Covid-19 ci sentiamo tutti ugualmente impegnati. Chiamati in prima persona. Così, ognuno mette il suo, dando adito all’incentivarsi delle dimostrazioni di solidarietà.
L’ennesima affermazione di robustezza mentale
Ecco, dunque, scendere in campo anche la ONLUS, creata in memoria di Melania Rea.
“Si avvicina l’anniversario della morte di Melania – ha spiegato Michele, intervistato da Fanpage.it – Lo vivremo nell’intimità delle nostre case. Ma il Vescovo, nostro amico, ci ha promesso che celebrerà una messa solitaria in suo nome, questo sabato 18 aprile“.
Una delicatezza – che va ad aggiungersi a numerose altre – che non fa che confermare la tempra, la forza d’animo, la smodata sensibilità di chi, piuttosto che trincerarsi nel proprio dolore – e, nel caso, a buon diritto – preferisce ripiegare sulla ‘politica del fare’.
Pragmatismo, scarno da illusioni. La dimostrazione del fatto che, alle volte, per conservare saldo il legame con il passato, non rimane altra scelta che guardare avanti.
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