Tra bizzarrie e complessi, una vita esasperata. Le ultime rivelazioni su Michael Jackson
Capricciose. Eccentriche. Esigenti. Se dovessimo tratteggiare il ritratto di alcune Star ne verrebbe fuori – assai probabilmente – un unico quadro. Linee comuni, che ne identificano il carattere, fragile e impetuoso…. e la deriva a cui esse conducono.
Ultime, ma solo in ordine di tempo, le notizie che riguardano colui che – a tutti gli effetti e tutt’ora – è considerato il Re del Pop.
Scott Shaffer, ex assistente di Machael Jasckon, ne ha elencato stranezze e tic, rivelandoli in un’intervista a The Sun. Tra le informazioni emerse, ciò che subito colpisce è l’incapacità del Divo di digerire un ‘no’. Di fronte a richieste, che avvenivano perfino nel cuore della notte, l’obbedienza era d’obbligo. Previa una serie di reazioni, indispettite ed offensive, che rasentavano, spesso, la violenza.
L’amico di un tempo riporta alla luce un aneddoto – in particolare – legato ai modi di fare e alle richieste dell’ex bambino prodigio, che alle volte arrischiavano l’irrealizzabile.
Ricorda Shaffer: “Non accettava un no”
Si trovavano in Australia – racconta Shaffer – e, proprio alle tre del mattino, ricevette la chiamata di Michael. Il cantante si era appena fidanzato con Debbie Rowe, e voleva che si facesse aprire immediatamente un negozio di gioielli, per acquistare il degno anello di fidanzamento.
“Aveva richieste impossibili. Non gli è piaciuto quando ho detto di no”, aggiunge. L’alternativa – sudatissima – fu che il compito venisse eseguito il giorno a seguire, con la consulenza di chi meglio conosceva i gusti della neo-compagna.
“Se vieni al mondo sapendo di essere amato e lo lasci sapendo la stessa cosa, allora tutto ciò che nel frattempo è accaduto sarà valso la pena“
Un uomo – certo – dal talento fuori dal normale. Eppure sempre più viene da riflettere su come, in molteplici occasioni, genio e sregolatezza nascondano un universo di sofferenza, pegno di un’esistenza che non fa credito. Tanto dà. Tanto pretende, e con un surplus di interessi non da poco.
“Tu tratti l’aria come una tela e la pittura è lo strumento che passa attraverso le tue mani, fuori dalla tastiera. Così, mentre suono, è come se dipingessi un sentimento nell’aria.” Così raccontava, l’uomo dall’orecchio assoluto.
Manie e stravaganze sembrano, più che un abuso di potere, il risultato di un vuoto che non trova pace. Un incolmabile baratro di mancanze, in cui ci si può infilare di tutto. Dalla mania per la chirurgia plastica alla sindrome da Peter Pan, eterno ‘bambino’, circondato da altri bambini. Dalle accuse di plagio – ricordiamo ancora il caso del singolo Will You Be There – a quelle, di certo più dissacranti e difficili da gestire, di molestie sessuali.
“Ci sono persone che portano luce nel mondo; da Mahatma Gandhi a Martin Luther King, a Gesù Cristo, persino io.” Era consapevole Michael. Ma non abbastanza per evitare che crollasse il suo Impero, evanescente come foglie al vento. In balia dei pettegolezzi, dei non detti, dei sussurrati. Basta poco e tutto quel che si è costruito in anni e anni di lavoro e sacrifici viene spazzato via, in un istante.
“A cosa pensi quando balli?“, chiedeva Martin Bashir. “Pensare è la cosa più sbagliata che si possa fare, quando si balla“, rispondeva, intervistato dal giornalista inglese, nel 2003. Fosse stato sempre così…
50 anni e una morte che rimane chiacchierata. E la musica. Quella musica che, oggi come ieri, risulta attuale, sempre ‘giusta’, come a gridare: ‘Io esisto. Esisto per ciò che sono. Essere umano tra gli esseri umani. E questa mia maschera mi accompagna, perché altrimenti il dolore mi divorerebbe.’
Uomo con le sembianze di mostro, oppure il contrario. L’eterno mito di Jekyll e Hyde rivive, ancora una volta, e indossa i panni di chi abbiamo amato, idolatrato. Di chi ancora – nostro e suo malgrado – con la magia che ha nella voce, ci invita a sognare…
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