Il risotto? Così, ce lo potevamo inventare solo a Roma

Il risotto? Così, ce lo potevamo inventare solo a Roma

Risotto, come alternativa al fast food. Lo avreste mai detto? E invece sì. Tra le opzioni più consuete: pizza, hamburger, piadine e cibo etnico, ecco che spunta Lui, risposta salutare, da ordinare e consumare, in soli 4 minuti.

Una soluzione, atta a soddisfare le esigenze di una clientela votata ad un alimentazione sana, nel rispetto della tradizione culinaria nostrana. Allora eccola, l’idea del gruppo Reting che, da oltre 10 anni, si occupa di consulenza e sviluppo nel mondo del franchising e che ora lancia il progetto Kikky. 

L’innovativa formula si è resa possibile, sviluppando una tecnologia, solo ed esclusivamente per questo format, che ha richiesto un anno di ricerche. L’intento, poter preparare, nell’arco di poco, un perfetto risotto, partendo da zero. E, se si considerano le possibili 14 varianti, è evidente che il ventaglio di scelta, per il cliente, risulta davvero vasto.

Il primo punto vendita è stato inaugurato a Roma, in zona San Paolo, ma i programmi – a quanto pare – si palesano ambiziosi.

Nel locale di via Chiabrera, con 10 coperti al bancone, aperto tutti i giorni a pranzo e cena, il risotto da passeggio viene servito con vaschetta e posate, per esser consumato on the road. “Siamo convinti che il piatto possa diventare un’alternativa al mondo del fast food“, fanno sapere da queste parti. “Nel nostro locale, il cliente potrà vivere un’esperienza paragonabile all’acquisto della pizza al taglio, grazie ad un ricco menù ed ai rapidi tempi di preparazione dei piatti“.

QUANTI GUSTI PER RISPOLVERARE I SAPORI NOSTRANI

Nella speciale ‘carta’, recita un ruolo da protagonista la Karbonara, omaggio al grande classico della cucina romana, ma c’è spazio anche per il Risotto allo zafferano; quello ai Funghi porcini, l’Amatriciana e la Cacio e Pepe, oltre alle proposte stagionali, dalle Insalate di riso estive al Risotto delle feste, con Cotechino e lenticchie. Tutte preparazioni made at home, a base di prodotti freschi, acquistati da fornitori di zona, sintomo e punto d’avvio, per ricette messe a punto da professionisti della ristorazione e realizzate con una tecnologia che, oltre a consentire di ottenere una perfetta risoluzione, permetta di ridurre al minimo lo spreco di cibo.

Il ‘disegno’ prevede, d’altro canto – coem accennato – l’apertura di numerose sedi, non solo nella Capitale ma, negli anni a seguire, in tutta Italia e poggia la sua offerta gastronomica su sulla prospettiva di rivisitare le pietanze principali della tavola che ci accompagna da generazioni, in versione – appunto – risotto.

Un intendimento, quello di Kikky, che fonda, inoltre, le proprie radici su una filosofia di sostenibilità. Così, nessun oggetto utilizzato è in plastica; si punta, invece, sul bambù compostabile per stoviglie e vaschette; sulla confezione, per Delivery e Take Away, del tutto inedita e su bibite, vendute esclusivamente in vetro o alluminio.

Impatto zero, per sintetizzare, che vanta come fiore all’occhiello il riutilizzo degli scarti della lavorazione del riso, per realizzare le vaschette che contengono i piatti pronti.

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