28 anni nel braccio della morte. Ma era innocente

28 anni nel braccio della morte. Ma era innocente

28 anni. Interminabili giorni, rinchiuso nel braccio della morte.Fine pena mai‘, o quasi. Aspettando di scrivere ‘The end‘ sull’intera storia – come una sorta di liberazione – o che succedesse qualcosa. Qualsiasi cosa.

Deve aver pensato questo, Walter Ogrod, nel tempo d’attesa dell’esecuzione capitale.

Oggi, che l’uomo ha 55 anni, dopo quasi 30 trascorsi recluso, quel qualcosa è finalmente accaduto. Il 5 giugno 2020, un giudice della Pennsylvania ha definitivamente annullato la condanna, per aggressione sessuale ed omicidio, che pendeva sulla sua testa.

E’ innocente, Ogrod. Non ha ucciso lui la piccola Barbara Jean Horn.

Una vicenda dai risvolti agghiaccianti, in cui si evidenzia come ad Ogrod, nelle circostanze remote, sia stata letteralmente strappata una falsa confessione, nell’impellenza di trovare un colpevole. Il cattivo era pronto, offerto su un piatto d’argento. Dunque: ‘A morte!’

La bambina, dirimpettaia di quello che allora era solo un ragazzo, era stata rinvenuta nella vicina St. Vincent Street, priva di vita, all’interno di una scatola di cartone – una di quelle che contengono televisori – accoltellata, ripetutamente.

All’epoca ‘il nostro’, affetto da autismo, lavorava per una panetteria. Quattro anni dopo l’omicidio – era il 1992 quando avvennero i fatti – venne arrestato. Inutile il fatto di aver ritratto le dichiarazioni iniziali, estorte a forza. Spiazzante come altrettanto lo siano state persino le 5 testimonianze, che raccontavano dell’innocenza del presunto reo. Un altro individuo era stato visto – da più persone – trasportare la scatola.

La giustizia è rimasta sorda… fino a gennaio, quando il test del DNA ha permesso di verificare i reperti rinvenuti sulla scena del crimine. Di Ogrod – manco a dirlo – nessuna traccia.

Ora, il sapore della libertà ritrovata e la voglia – insaziabile – di ‘normalità’. La stessa che gli è stata sottratta – come illustra The Mirror – fatta di gesti semplici. La prima tappa? Un barbecue in famiglia.

Mi dispiace che ci siano voluti 28 anni per ascoltare ciò che Barbara Jean stava cercando di dirci: che sei innocente e che le parole della tua dichiarazione di confessione sono arrivate dai detective della polizia di Filadelphia e non da te“. Queste, le parole del procuratore Carrie Wood che, così facendo, ha inteso porgere le proprie scuse.

Scarcerato, dunque. A risarcimento di un danno incolmabile. Già, ma come si possono ricostruire 28 anni? Come ci si può riprendere quel tratto di vita che ci è stata tolta per errore, per superficialità, per incuria? Come ci si getta alle spalle un tempo che deve essere sembrato infinito e crudele; che segna, come un marchio rovente sulla pelle…?

Come ci si svincola dai fantasmi e soprattutto, con che animo – ci chiediamo – si guarda ancora avanti?

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