Allosaurus: prima ancora del Tirannosaurus c’era… Lui
Esseri preistorici, millenari, senza tempo. Prima ancora del Tyrannosaurus, i paleontologi di tutto il mondo sono fermamente convinti che l’Allosaurus fosse il vero pericolo, in tempo di preistoria, da cui tenersi a distanza. Il ritrovamento dei suoi primi fossili, infatti, è datato 1869 e – da allora – gli scienziati non hanno mai smesso di identificarne di nuovi.
Sorta di novello Pollicino, pare abbia lasciato traccia di sé dal Sudamerica alla Tanzania, dagli Stati Uniti al Portogallo. Un’opportunità, per quel che ci riguarda, per conoscerlo più a fondo…
CARTA D’IDENTITA’
Cominciamo con il dire che si tratta di un teropode – di enormi dimensioni – vissuto nel Giurassico superiore caratterizzato, come tutte le specie della sua famiglia, da cranio imponente, collo tozzo e corto e una pesante coda, escamotage per bilanciarne il peso e mantenerlo in equilibrio.
Tra i vari esemplari, l’Allosaurus fragilis – delle dimensioni di circa otto metri – è forse il più famoso. Tuttavia, il fossile più grande mai reperito si aggira attorno ai dieci metri di lunghezza e la letteratura scientifica, sull’argomento, attesta cifre ancor più elevate.
Ad ogni modo, sappiamo che un suo dente poteva raggiungere gli 8,45 centimetri e che la sezione terminale del muso ne ospitava cinque, diversamente dalla retrostante, che ne contava diciassette. Dalla forma seghettata, questi si facevano via via più sottili, man mano che ci si avvicinava al collo.
Il cranio disponeva di due piccole corna, poste in prossimità degli occhi e due creste, che correvano lungo la lunghezza delle ossa nasali. A cosa servissero non è dato sapere, ma le ipotesi, al riguardo, si alternano. C’è chi sostiene che costituissero un richiamo sessuale; chi una protezione dai raggi del Sole; chi, infine, un’arma di combattimento.
Del resto, lo accennavamo, molto conosciamo di questo antico animale, grazie – soprattutto – alla vastità e alla completezza dei reperti.
TANTI INDIZI PER SAPERNE DI PIU’
Così, subito dopo la prima metà del 1800 ecco comparire, per opera di Ferdinando Vandiveer Hayden, i resti di un osso, sorta di ‘regalo’ – se così vogliamo definirlo – ad opera dei nativi Americani del Middle Park, nell’attuale Colorado. Dunque, quello che, inizialmente pareva uno zoccolo di cavallo pietrificato, presto si rivelò parte di una lucertola ‘alquanto insolita’.
I progressi, del resto, hanno condotto, con il trascorrere degli anni, a scoperte sempre più interessanti e approfondite. Si è verificata, di recente, l’esistenza dell’Allosaurus Europaeus. Ritrovamenti, collocabili presso il villaggio di Andrés e la città di Lourinhā. Riferimenti all’Allosaurus Jimmadseni, invece, sono stati rinvenuti nel Dinosaur National Monument dello Utah.
Si tratterebbe, in sostanza, di un predatore assai temibile, interessato ad animali come lo Stegosauro e i Sauropodi, di cui era solito nutrirsi. Li uccideva, strappandone e divorandone le carni con l’aiuto dei denti; oppure se ne saziava, già in via di decomposizione. Battute di caccia, che venivano svolte in branco, visto l’alto rischio di non sopravvivere. D’altronde, pare fosse solito muoversi in folti gruppi, anche se scontri interni, per ragioni riproduttive o di affermazione su territorio, erano – comunque – all’ordine del giorno.
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