Masi: la vacanza alternativa…
Un’intera settimana, da trascorrere in un maso, dove fornire il proprio contributo, nella produzione di formaggi. Questa è l’impresa ed è, pure, l’esperienza che, in estate, l’Alto Adige propone, grazie all’Associazione Volontariato in Montagna (AVM). Un’idea nell’idea, nata con l’intenzione di aiutare i contadini, bisognosi e svantaggiati. Le malghe, caratteristiche fattorie d’alta quota, rappresentano – d’altronde – un patrimonio inestimabile, che va difeso e tutelato, come tutto quel che, del resto, riguarda le nostre Alpi; e, spesso, la fatica quotidiana dei fattori non basta.
Dunque, immergersi in un’azione di volontariato, anche se per un breve periodo, può rivelarsi la chiave d’eccellenza, per un doppio guadagno. Da una parte, difendere la Natura e i suoi ritmi; dall’altra, recuperarne, in concomitanza, il lento andamento. Non una vacanza ma… quasi.
In sostanza, nella stagione calda, momento in cui la maggior parte delle aziende in questione è aperta, è possibile munire il personale apporto, nelle diverse attività che le caratterizzano. I requisiti per l’idoneità?
- Occorre aver superato la maggiore età. Tuttavia, in taluni casi, sono ammessi anche i minori, previa autorizzazione dei genitori.
- Si dorme in quota, senza spese aggiuntive a proprio carico, se non il mezzo di trasporto, per arrivare a destinazione.
- Il periodo minimo di soggiorno è sei giorni lavorativi, per un massimo di tre mesi. Si può decidere di partire anche in gruppo e si va dalle tre persone e più. In tale circostanza, in genere, si punta a riempire soprattutto lo spazio del fine settimana.
- La disponibilità riguarda – nel dettaglio – la partecipazione alle attività quotidiane. Mansioni che – sia chiaro – non escludono un certo impegno fisico. Ci si dà da fare nelle stalle, occupandosi delle faccende domestiche, oppure in merito ai pasti. Ancora, si lavora nei boschi, ci si impegna nella manutenzione dei macchinari, nell’accudire persone anziane o anche, se serve, i più piccoli.
Si tratta, per lo più, di strutture a gestione familiare, passate di generazione in generazione. Di modeste dimensioni, comprendono, di solito, una media di 15 mucche e 8 vitelli ciascuna, il cui sostentamento economico si basa, per l’appunto, sulla vendita dei rispettivi prodotti.
Un autentico contratto con l’ambiente che, tuttavia, ripaga di tutto.
Sul sito dell’Associazione è semplice trovare il form, per iscriversi online. Una volta compilata la domanda, si viene registrati nel programma e, a seguire, viene fissato un contatto telefonico, per un breve colloquio. Un modo, per approfondire meglio esperienze, aspettative e motivazioni personali, così da trovare, poi, la dimensione e la località più adatte.
Circa un mese prima dell’intervento vengono inviate – via mail – le proposte di possibili destinazioni, complete di una breve descrizione della proprietà e di chi vi risiede. Una volta confermata la partecipazione, viene inviata al volontario l’assicurazione, che copre – lungo tutta la durata del soggiorno – da infortuni e rischi contro terzi. Se, invece, dovessero verificarsi cambiamenti di programma, la disdetta od eventuali, onde evitare disguidi, vanno prontamente comunicati.
Gli immancabili da portare con sé? Non lasciate a casa scarpe da montagna, stivali di gomma, abbigliamento sportivo, anche pesante, adatto a tutti i climi ma, soprattutto, indumenti, facili da lavare e sacrificabili.
Dovendo parlare di numeri, solo nel 2021, sono stati circa 270 i masi inclusi nel progetto e, tra questi, il 90% fornisce Latte a Marchio di Qualità Alto Adige. Ciò significa che, immergersi nel clima appena descritto equivale, pure, a sostenere la qualità stessa del territorio. Dal 2012, poi, ogni anno, sono più di 2.000 le persone che si sono offerte di dare una mano, in maniera concreta, ad imprese che, non solo devono far fronte a problemi finanziari, ma affrontare pure le condizioni circostanti. Il 65% sorge – infatti – a quote elevate – oltre 1.500 metri – e ha quindi costante bisogno di braccia in più.
L’Associazione – dal canto suo – è nata nel 1997, grazie alla volontà di 4 organizzazioni: Unione Coltivatori Diretti dell’Alto Adige/Südtirol, Caritas Diocesana, Lebenshilfe ONLUS e Süd-tiroler Jugendring –Federazione Provinciale delle Organizzazioni Giovanili. Quattro identità, unite nel comune intento di salvaguardia del Paese dei suoi preziosi beni.
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