Doppelganger… sfilano per l’Alta Moda milanese
Del fascino enigmatico del doppio ne abbiamo raccontato di recente. Ne siamo rimasti catturati, rapiti da un concetto che, tuttora, rimane inspiegabile. Ebbene, a riproporlo, durante l’ultima Milano Fashion Week, Alessandro Michele, atto a rievocare, per Gucci, l’idea di un vissuto, financo personale.
Del resto, il nostro, come chiaramente espresso anche nella Press Release della sfilata, ha avuto due madri: Eralda e la sua sorella gemella, Giuliana. Esperienza, a sua stessa detta, di grande impatto, ricca di malia, capace – insomma – di suscitare nello stilista quel grado di curiosità, bastevole per rielaborarlo, poi, in passerella. Il doppio, che si fa doppio materno… dualismo, che si reinterpreta come ricerca creativa.
Dunque, la collezione Gucci Twinsburg non poteva che essere raccontata da una serie di coppie di gemelli. Dapprima separati, si sono ritrovati, lungo il percorso creato ad hoc, mano nella mano, vestiti, truccati, pettinati in maniera identica. Persino la manicure ha raccontato, attraverso colori a contrasto, la dualità. Opposti, che riprendono e soddisfano la presunzione di complementarietà.
Medesinma filosofia, per quanto riguarda il beauty e, parossisticamente, le somiglianze non hanno fatto altro che sottolineare le differenze e il trucco, identico, ha finito per disegnare volti, inaspettatamente diversi.
Ennesima tappa, quella appena presa in considerazione, del percorso – finora coerente – del designer, teso da sempre a giocare con la miscellanea di femminino e maschile. Una corsa verso l’unicità che, a ben guardare, anche in questo caso, conduce ad una ed una sola conclusione e cioè che l’uguale non è mai tale.
Qui, certo, differentemente dalla letteratura ottocentesca, non c’è contraddizione tra bene e male, non esiste giusto o sbagliato; solamente, le tante sfaccettature dell’essere umano e le sue molteplici espressioni. Libertà di racconto, che passa attraverso il makeup, lunare; acconciature, glamour e unghie, affilatissime, veicolate l’una nell’abbraccio dell’altra.
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