Stai bene su tutto… Kurta, must have della new generation
Per la serie: “Qui, altroché se siamo inclusive!” ci atteniamo, rigorosi, alle ultimissime tendenze, che vogliono il kurta indiano elemento indispensabile del nostro armadio. Tremendamente cool, persino elegante, imperversa nelle collezioni femminili, come in quelle maschili. D’altronde vanta addirittura il benestare di Re Giorgio, che l’ha sdoganato, già da tempo.
Per non parlare, poi, dell’appeale. Lontano dal ripercorrere quella sua cifra anni ’70, con tanto di collana afro colorata e capelli lunghi al seguito, si palesa, ai nostri giorni, accompagnato, volendo, dai jeans, capo di stimabile valore, per sussurrare un che di esotico al nostro outfit.
Le origini? C’è da chiederlo? Sono antichissime e… squisitamente orientali. Si tratta, infatti, di un indumento caratteristico dell’Afghanistan, rintracciabile anche in Bangladesh, India, Pakistan e Sri Lanka. Sorta di camicia, ampia e lunga fino alle ginocchia, assolutamente unisex.
Viene chiamato, in alternativa, anche panjabi, in particolare nel Bengala, in Canada e nel Regno Unito e, in molti, lo reputano piuttosto versatile. Le donne lo indossano, ad esempio, con bracciali preziosi, body chain e foulard; accessorio che, talvolta, scelgono pure gli uomini, in contesti formali ma in texture meno velate. Molto si deve, poi, a quel di Bollywood, che ne ha elargito, senza dubbio, una chiave decisamente glamour.
E se, nella versione più casual, si accompagna ad una blusa lunga, in Oriente ne resta insita la sacralità, tanto che, ancora oggi, viene realizzato, su smisura, da sarti che lavorano su tessuti esclusivi, selezionati dai clienti.
Nell’interpretazione pajama, si mostra al meglio insieme a pantaloni, aderenti e dritti, i churidar pyjamas, realizzati in tessuto elastico e variante dei salwar, pantaloni tradizionali, tuttavia, più larghi e pratici. D’altronde, costituisce anche il dress code per tutti i giorni, nella rilettura che termina con un polsino, da abbottonare alla caviglia.
Non di meno, è all’origine della camicia alla coreana, anche se più corto e dotato di bottoni.
Cambiano, dunque, le linee e mutano, allo stesso modo, texture, colori e fantasie. Si va dal celeste al grigio, passando per le tonalità basic, per una dimensione da ufficio e viene rivisitato, ultimamente, financo in un trend più aggiornato e minimal, fatto di tessuti leggeri e disimpegnati, in tinta unita, oppure sfruttando il rigato.
Idea per uno smoking fuori dagli schemi; segno, ancor di più, del tempo che avanza e che travalica ogni tipo di confine, sia pure quando si tratta ‘solamente’ – si fa per dire – di una semplice camicia.
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