Paperon de Paperoni: storia ‘complessa’ di un multimiliardario a cui siamo affezionati
La prima storia risale al numero 178 di Four Color Comics, nel dicembre del 1947. Di strada, dunque, ne ha percorsa, il papero forse più chiacchierato – ed invidiato – di casa Disney. Convinti, per la maggior parte, che si tratti di un ricchissimo, avarissimo accumulatore seriale di denaro, in pochi conoscono la complessità e le infinite sfaccettature di un personaggio che, alle spalle, conta – invece – una serie di momenti difficili, tanta povertà, riscatto e perdite importanti.
L’autore, Carl Barks ha saputo rivelarne vicissitudini e segreti in tante storie, alcune con maggior successo di altre. Così, il primissimo racconto, dal titolo Il Natale di Paperino sul Monte Orso narra della volta in cui l’arcigno papero volle mettere a disposizione dei propri nipoti (Paperino, Qui, Quo e Qua) la sua baita in montagna, per trascorrervi il Natale. Un invito, tuttavia, che nascondeva propositi certamente meno nobili; spaventare – cioè – a morte i nipoti, travestendosi da orso e divertendosi alle loro spalle.
Del resto, il nostro ruba un po’ il ruolo ad Ebenezer Scrooge, protagonista del Canto di Natale di Charles Dickens. Dal romanzo, eredita parte del nome originale (Scrooge McDuck), il carattere burbero, la misantropia e l’odio per la più attesa tra le Feste. Nato come interprete secondario, al debutto ottenne tali e tanti apprezzamenti, da spingere ad un suo ulteriore sviluppo. E, per chi volesse sapere quanto è ricco, in verità, zio Paperone, ebbene, sappiate che il patrimonio “ufficiale” stimato ammonta a più di 2.544 miliardi di dollari.
Zio Paperone è, oltretutto, l’unico tra i nati Disney a vantare una storia ben definita. Merito di Don Rosa che, tra il 1992 e il 1994, prese a pubblicare la Saga di Paperon de’ Paperoni, ripercorrendone l’intera esistenza. L’opera, tra i capisaldi dell’Azienda cinematografica, è valsa il prestigioso Premio Eisner. Del resto, è realizzata con dovizia di particolari e mette in ordine tutte le informazioni rintracciabili nelle storie di Barks, spesso in contraddizione tra loro.
Di più. Rosa è attento a creare una saga densa di particolari, emozionante e profonda, dove fantasia e storia reale di intrecciano perfettamente.
12 capitoli, in tutto, più altri 6 aggiunti in seguito, in cui si parte… esattamente dal principio. Il piccolo Paperon de’ Paperoni nasce in Scozia, da una famiglia estremamente povera. Il Clan de’ Paperoni, un tempo nobile, è oramai decaduto e la famiglia del giovane è in miseria. Il padre Fergus decide di regalargli, per il decimo compleanno, un kit da lustrascarpe, permettendogli di trovare – in tal maniera – il suo primo lavoro. È proprio un amico del padre a fargli da cliente inaugurale, pagandolo con 10 centesimi americani: la famosa Numero Uno, che più avanti diventerà simbolo di indiscussa ricchezza.
In cerca di fortuna in America, qui si cimenterà in ogni genere di lavoro, dal barcaiolo al cowboy, fino al cercatore di rame. Costretto a rientrare in Scozia per aiutare la famiglia, tornerà poi a girare il mondo, come cercatore d’oro. Nel corso della sua lunga vita incontrerà l’amore, si allontanerà e si avvicinerà alle proprie sorelle e vivrà ogni genere di fallimento e di successo, senza mai perdere il proprio spirito avventuroso e il carattere, ambizioso e tenace.
La biografia creata da Don Rosa è largamente la più apprezzata. Ciò non di meno, non è la sola. In Italia, spicca Storia e gloria della Dinastia dei Paperi, scritto da Guido Martina e disegnato da Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi.
Qui, Paperon de’ Paperoni nasce già ricco ed è originario del Klondike. Lo stesso Martina scriverà poi un libro, I pensieri di… Paperone, dove immagina una narrazione totalmente nuova, nella quale il papero più ricco del mondo nasce orfano ed è cresciuto da una nonna, tremendamente disonesta.
Avaro, tirchio e spietato: questo, secondo molti, l’identikit. In realtà, nel corso degli anni e delle vicende editoriali, cresce e muta in continuazione, diventando forse ancor più emblematico. In realtà – va fatto notare – più che ai soldi, Paperone è legato a ciò che c’è essi rappresentano, ossia i ricordi e le avventure che lo hanno condotto ad ogni singola moneta guadagnata.
È – inoltre – insofferente al guadagno automatico; annoiato – per sua stessa ammissione – dal fatto di accumulare soldi, senza fare nulla.
Complice il forte coinvolgimento nel mondo degli affari, Paperone farà, nel tempo, una serie di incontri, anche conflittuali. Rockerduck e Cuordipietra Famedoro tenteranno, ad esempio, di spodestarlo; né si può evitare di citare la Banda Bassotti, che in più occasioni tenterà di svaligiarne il deposito segreto.
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