Quando il piacere di leggere contiene tante virtù…
“Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere“. Pennac
Topi da biblioteca. Un tempo, almeno, si diceva così, riguardo a chi, a fronte di mille passatempi, prediligeva la lettura. Del resto, come asseriva qualcun altro, i libri sono “oggetti piccoli, eppure pieni di mondo“. E chi ama viaggiare con la fantasia non può, almeno per una volta, non aver desiderato perdersi in questo universo parallelo, privo di barriere, esente da vincoli o da giudizi.
Dunque, non tutti ma in molti adorano inoltrarsi all’interno di questa sorta di finestra aperta sull’anima. I libri, d’altronde, arricchisco l’esistenza, al punto tale, talvolta, da arrivare ad incidere anche sul personale bagaglio interiore, modificandolo.
C’è, in tutto ciò, chi ‘esploratore’ ci nasce e chi, invece, impara a mano a mano; prima diffidente e, poi, sempre più coinvolto. Ed è vero che ogni esperienza è a sé. Eppure – immaginate – esistono tratti di riconoscibilità rispetto a chi legge. Caratteristiche, che lo distinguono e lo identificano; peculiarità di quanti, avventurieri dell’immaginario, sono destinati a rimanere sognatori all’infinito.
- Dunque, la curiosità rientra tra le principali caratteristiche che li arma. E’ questa la molla che li ha spinti, dapprincipio, a coltivare la passione per gli scritti. Non di rado, la prima esperienza equivale, in parte, ad un’iniziazione; un passo di avvio, nel ruolo di cercatori di emozioni. Porta, che si spalanca ad una crescita continua
- L’attenzione ai dettagli, poi, che in genere si sviluppa per immagini, qui agisce tramite visualizzazioni che sono nella testa. Si notano i particolari; si ricorda la sequenza perfetta degli accadimenti… in pratica, si allena l’occhio a vedere cose che, in realtà, non ci sono, abituando il cervello ad un esercizio, di sicuro utile anche in altre occasioni
- Se codificare quanto si legge è uno step inevitabile per capire, l’arte di comprendere prevede, a sua volta, la capacità di cogliere il sotto testo. Quello, cioè, che non viene espresso in maniera esplicita. Si deduce – appunto – o meglio, si impara a leggere tra le righe, incrementando una sensibilità per le sfumature che, nella vita reale, riesce a fare la differenza. Non solo, si prende a pensare in maniera critica. In maniera tale, cioè, da rendersi quasi inevitabilmente, a lungo andare, problem solving
- Di testo in testo, si finisce – ugualmente – per diventare meno passivi nel ricevere i contenuti. Modus operandi che si ripercuote, anch’esso, nel quotidiano. Si valuta, si sceglie liberamente, secondo la propria testa; ci si emancipa da eventuali condizionamenti. L’atto di leggere, in sostanza, alimenta le abilità intellettuali, necessarie per maturare un approccio riflessivo, meditato, analitico verso le cose, tutte
- Ancora, il lettore è una creatura che si muove secondo i dettami della logica. Le trame, nel suo ragionare, non cercano scappatoie; né pretendono scorciatoie. Così, chi sfoglia un libro, chi ci si introduce… ha modo di fare i conti con i molteplici punti di vista che esso configura e ogni prospettiva rappresenta, di per sé, un percorso
- Al bando la linearità, l’arte di scrivere ‘e di ricevere quel che è scritto’ sottolinea – pure – creatività. Offre spunti di ispirazione, occasione per rendersi originali e profondi nelle dissertazioni. In particolare la poesia, in tal senso, pone a beneficio dello sguardo vallate di metafore; riformula in una maniera niente affatto banale quel che è percettibile già con i sensi. La comprensione non è immediata, forse ma, proprio per tale ragione, si rende di lunga assai più interessante
- In un mondo in cui tutto appare preordinato, preconfezionato, regolamentato si ha la fortuna, invece, di sviluppare cuore. Si meraviglia, il lettore, anche al cospetto dell’ordinario. Probabilmente, poiché in grado di cogliere la contingenza, non la dà per scontata ma, diversamente, se ne stupisce
- Leggere aiuta, anche, a ‘sintonizzarsi‘. Prima con i personaggi; poi, nella vita vera, con il prossimo. E’ così che, mano a mano, cresce il senso di empatia verso l’altro, che permette di cogliere la complessità di chi ci sta di fronte. Ci si interessa con fervore delle storie personali e si diventa, al contempo, meno giudicanti
- La potenza delle parole. Eccolo, un altro tratto di consapevolezza, distintivo di chi legge. Il timbro, il tono, la metrica, la collocazione… tutto conta, quando si parla. Tutto è teso ad una determinata significazione. Pertanto, ci si premura di selezionare con cura quel che si dice e come lo si dice. Si dosano delicatezza e diplomazia, senza formalismi ma con un’attenzione sincera nei confronti dell’interlocutore
- Stare ore a leggere implica l’attitudine a rimanere concentrati. Abilità, che può tornare utile nelle diverse circostanze dell’esistenza. Una risorsa preziosa, concreta possibilità di ricavarsi ‘tempo disconnesso’, in una Società che corre, spesso, al di là della personale volontà
- La penultima nota riguarda lo stare soli. Sovente, isolamento e solitudine vengono, nel pensiero comune, confusi tra loro. Ebbene, la differenza, al contrario, è evidente, soprattutto per chi è solito sperimentare l’utilità di uno spazio riservato a proprio vantaggio. Le ore trascorse tra sé e sé sono un tesoro inestimabile; la bolla, in cui è possibile rimanere in compagnia dei propri pensieri
- Chiudiamo con un detto, che poi coincide anche con una riflessione. ‘L’appetito vien mangiando‘, si usa dire. Motivo per cui conviene, specie per chi non è abituato, iniziare ad allenarsi. Procedere a piccoli passi, magari iniziando da un testo leggero. Selezionandolo di pancia e dedicandogli anche solo qualche pagina al giorno. Il resto arriverà da solo, un poco alla volta, guidati da quel che la carta riesce a compiere, attraverso al sua infinita magia…
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