Innamoriamoci. Anzi, rinnamoriamoci… di Valentino

Innamoriamoci. Anzi, rinnamoriamoci… di Valentino

L’appuntamento, quello vero, è per la fine di settembre ma, evidentemente, la voglia di stupire supera pure, per taluni personaggi, il piacere dell’attesa. La costruzione, come dire, dell’evento.

Allora ecco che, inaspettatamente, Alessandro Michele svela – in anteprima – la sua collezione, new entry, lo stilista, nella Maison Valentino.

L’ultima giornata della Milano Fashion Week per la moda maschile dell’estate 2025, vede, dunque, protagonisti della passerella Giorgio Armani, Gucci, Ermenegildo Zegna ma, nel frattempo, giungono le immagini della Valentino Cruise 2025 – per lei e per lui – nei negozi, a partire dal prossimo ottobre.

Spettacolo, riservato ad un pugno di selezionatissimi – e privilegiati – eletti via Zoom e poi riportato dal sito di Wwd, il quotidiano della moda Internazionale. Una vera chicca, per follower e fashion addicted

Un colpo di teatro, che racconta di un alfabeto stilistico che resta intatto e che, dopo le prodigiose idee elaborate per Gucci mantiene, nel tratto innovativo, il suo dato di coerenza. 170 uscite, in tutto, che fanno riferimento al vasto archivio inerente agli anni Settanta e Ottanta del fondatore, Valentino Garavani e si declinano attraverso l’eco di ruches, volant, animalier, tweed, righe e pois, rilette, tuttavia, sotto l’accento del lusso e della creatività che, da sempre, caratterizzano la mano del designer.

Tutto il mio team, con me, ha lavorato con tanto amore a questa Cruise 2025, senza guardare l’orologio. Per questo mi sembrava contro natura non mostrarla e tenerla segregata, fino alla vendita ad ottobre“. Ha ragione, l’ultimo arrivato in Casa Valentino (sono trascorsi appena due mesi).

Del resto, l’urgenza creativa è evidente e così, pure, la passione nei confronti di un mestiere che non è mai uguale a se stesso. Spicca, tra i capi, l’eleganza complessa che fu, a suo tempo, di Garavani, meticolosamente ornata e attenta.

Ciò non di meno, l’immaginario si fa opulento, punto d’incontro tra vintage e contemporaneità. Stili ed epoche vengono sapientemente miscelati e riscritti, secondo un codice riconoscibile, efficace, innovativo. “Ciò che vedete è il mio incontro con lui. Sono le mie mani e i miei occhi, che abitano l’atelier“, racconta in prima persona.

La collezione si chiama Avant les Débuts, primo assaggio di un’estetica, che mescola raffinatezza e – bisogna ammetterlo – genio.

Si fanno notare le bordature in pelliccia, i pizzi, i ricami floreali e geometrici, a raccontare un eccesso che in fondo, a guardar bene, non è affatto desueto, da queste parti. “Valentino non è mai stato un minimalista, piuttosto un massimalista“. Pertanto, su questa filosofia, si delineano cappotti, contraddistinti dall’iconico logo; si alternano, questi, a completi ‘ruggenti’, da indossare con mezze calzette e Mary Jane. Fanno da contraltare abiti lunghi , incastonati nei cristalli, capaci però di cedere generosamente il passo a a mini dress, da esibire con ballerine dal maxi-fiocco.

Il foulard, annodato sul capo come fosse un turbante, i fiocchi civettuoli a fermare i capelli e una cascata di perle, ad impreziosire ogni toilette. Viene persino citata la mitologica Collezione Bianca, che sfilò nel 1968.

Al rosso signature è concesso poco spazio, vero, ma tutto il resto urla. Grida, la volontà di soffermarsi all’hippy chic, che forgia look e accessori (93 in tutto) di suede. Le zeppe in sughero. Le stampe lussureggianti… sono espressione manifesta di quanto esserci rappresenti, a dispetto di qualsiasi altra congettura, un senso di continuità, assolutamente personale.

Ho iniziato a lavorare da Valentino, come se fossimo un’orchestra“. Che la sinfonia abbia inizio, allora: “…un inizio, nato dall’amore“, sottolinea Michele. “Vuole essere portato alla luce, visto e condiviso” e che melting pot sia. Eclettico mosaico pregno di suggestioni, che suscita impazienza e desiderio. Di certo, tanta tanta curiosità…

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