Il ballo? Assai più che una terapia
Estate: voglia di muoversi e di ballare, più che in qualsiasi altra stagione, giacché è il contesto stesso che ci circonda a snodarci da tante remore e darci lo stimolo per metterci in gioco.
Certo, tra il dire e fare sappiamo, spesso, cosa ci sia in mezzo ma tant’è, tentare vale pur sempre la pena. Anche perché il ballo, in sé è, al contempo, esercizio fisico e un modo, pure, per risintonizzarci con noi stessi.
E poco importa di che stile si tratti. Dalla danza classica al jive passando per salsa, merengue o tango, è difficile non restare coinvolti da qualcosa che non viene fatto ‘solo’ con i piedi. Un hobby, che possiede tutti gli strumenti per determinarsi come vera passione.
Basta trovare il coraggio di avvicinarsi.
Iniziamo, allora, dal più comune dei metodi di movimento e dalla più disponibile delle occasioni, vale a dire dalla discoteca. In tal caso, il primo passo consiste nel rimuovere l’imbarazzo e abbandonarsi alle note, così per come vengono o per come il corpo le percepisce. E’ un atto liberatorio, un momento di puro svago che, però, ci può fornire parecchi indizi, rispetto alla conoscenza di noi stessi.
Esistono, poi, nel caso in cui si intenda approfondire un pochino la materia, una serie di app dedicate, capaci di fornire, se non altro, i rudimenti per coltivare un interesse che può trasformarsi, un domani, in una vera e propria forma di disciplina.
Amate leggere? Tanto meglio. Non perdete, allora, l’occasione per acquistare un libro che tratti l’argomento, utile nella teoria, ma anche per comprendere che tipo di danza vi corrisponda di più. Che sia la biografia di un personaggio illustre del mestiere, che sia un trattato su ‘come fare’, entrambe le alternative possono rivelarsi il là per la costruzione di una motivazione forte, salda, determinata riguardo al da farsi, magari, in quel di settembre.
Tra le numerose opzioni, perché non iscriversi -dunque – a una scuola di ballo?
Si preferisce agire in solitaria? Sia la danza classica, sia l’hip hop, al di là delle coreografie che impongono la presenza, in scena, di altri individui, permettono di iniziare ‘da soli’. Non solo. Le scuole, in genere, organizzano i corsi, a seconda del livello di preparazione con cui ci si presenta all’iscrizione. Come dire, si parte tutti, più o meno, sullo stesso piano. In tal maniera è raro che qualcuno, tranne che per volontà propria, rimanga indietro. In più, l’idea di classe o squadra porta al progredire di un obiettivo comune che, nella maggior parte delle circostanze, si concretizza, in ultimo, con il saggio finale.
Diversamente, si decide di ballare in coppia? Qui, sappiate, oltre alle competenze tecniche, si impone un certo grado di complicità. Occorre imparare ad ascoltare l’altro: il suo corpo, il suo tempo… L’intesa, al fine, riuscirà a coinvolgere anche lo spettatore, che non assisterà all’esecuzione di una banale sequenza di passi, bensì all’espressività artistica dei singoli che, via via, si trasforma in un dialogo armonioso di sequenze.
Chiaro, anche riguardo al ballo a due, c’è chi preferisce l’eleganza romantica del valzer, chi l’entusiasmo spumeggiante della salsa e così via. Prima di iscrivervi, pertanto, il consiglio è, ancora una volta, quello di prendere informazioni, al riguardo o, quanto meno, ascoltarvi. Comprendere cosa possa fare davvero per voi e cosa, al contrario, rischi di annoiarvi. Puntate su ciò che preferite, senza riserve e divertitevi, a cuore aperto, passo fondamentale, questo sì, per investire tempo e denaro senza, poi, trovarsi a tasche vuote, con l’animo colmo di rimpianti.
LEGGI ANCHE: Capoeira: tutto un gioco di fingimento
LEGGI ANCHE: Imparare a Ballare a Casa