L’ora buia dei fratelli Menendez questo autunno ce la racconta Netflix

L’ora buia dei fratelli Menendez questo autunno ce la racconta Netflix

Dopo il caso Jeffrey Dahmer, Netflix ci riprova. Fa il bis, insieme a Ryan Murphy – una garanzia, in tal senso – introducendosi – sempre sotto l’icona del ciclo Monsters – nei meandri della controversa storia che riguarda i fratelli Menendez, protagonisti di una vicenda che sconvolse gli Stati Uniti e il mondo intero, all’alba degli anni ’90.

La piattaforma, insomma, sfodera il secondo capitolo della serie antologica ideata da Ian Brennan e dallo stesso Murphy, incentrata sulle “figure mostruose che hanno avuto un impatto sulla società“. Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez sarà disponibile, a partire dal 19 settembre prossimo, pronta ad accendere i riflettori sui due ragazzi, colpevoli dell’omicidio dei loro genitori, José e Mary Louise “Kitty” Menendez, in data 20 agosto del 1989.

Un racconto, che ripercorre, almeno in parte, i fatti – italianissimi e arci noti alle cronache – che hanno riguardato, a casa nostra, Pietro Maso o Ferdinando Carretta o, più di recente, Benno Neumair. Al di là dell’atto, ingiustificabile, anche in questa circostanza, stando all’accusa, tutto verteva sui soldi. mettere mano al patrimonio di famiglia; benché i due abbiano sempre dichiarato si trattasse, invece, del far fronte alla paura, causata da continui abusi fisici, emotivi, sessuali subiti da mamma e papà.

Fatto sta, condannati nel 1996, gli ex ragazzi stanno scontando l’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata, anche se l’opinione pubblica è tuttora dubbiosa, non solo sulla sentenza ma anche sulle loro intenzioni.

IL CAST

Interpreti, per l’occasione, gli esordienti ​​Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch; mentre i genitori avranno il volto di Javier Bardem e Chloë Sevigny. Ad arricchire il cast, anche Nathan Lane che recita nei panni del giornalista investigativo Dominick Dunne che ha seguito i processi e Ari Graynor, che interpreterà Leslie Abramson, tra i più rinomati avvocati difensori di Los Angeles, tra gli anni ’80 e ’90. Leslie Grossman presterà il volto a Judalon Smyth, un ex paziente e amante del terapista di Erik Menendez, il dottor Jerome Oziel, che si ritrovò suo malgrado invischiato negli accadimenti e che alla fine giocò un ruolo chiave negli arresti di Lyle ed Erik. Tante, in breve, le presenze e, rispetto alla qualità del prodotto, stando al precedente, i dubbi rimangono pochi.

Inevitabili, di risvolto, le polemiche. Non si escludono critiche – come già successo con Dahmer – in merito alla fascinazione del male e ai suoi effetti sul pubblico; ma tant’è. Carnefici o vittime essi stessi, si tratta di personaggi emblematici che vanno scavati, a nostro avviso, approfonditi per acquisire maggior consapevolezza anche sulle nostre, di ombre. Giacché il crimine non si disegna a se stante, da un momento all’altro. E’ il risultato di un oggi che si ripete e si ripete, fino ad assumere la sua nuova faccia. Ultima e che non vuole più repliche ma chissà, forse, per certi versi, evitabile.

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