Ciao… Regina!

Ciao… Regina!

Conoscere, frequentare, affezionarsi e ciò accade, prevalentemente, con chi conosciamo. Intendo, con chi tocchiamo di persona. Quanti, di cui impariamo, nel tempo, a carpire il carattere; con i quali condividiamo esperienze o accumuliamo ricordi.

Non dimentichiamoci, però, che siamo nell’era del digitale e, nel regno del Web, affinché qualcosa accada, non abbisogna del mondo reale. L’universo virtuale si basta e si avanza.

Si rende sufficiente, persino nel campo delle amicizie. Anzi, a ben guardare, in tal maniera ci protegge da tanti eccessi, permettendoci – tutto sommato – di godere del meglio che l’altro/a può darci. Così, capita di ritrovarsi a piangere per qualcuno che, effettivamente, non si conosce e non si è mai conosciuto ma al quale o alla quale ci si sente comunque legati, come ad un membro della propria famiglia.

Vuoi la frequentazione, assidua seppur solo telematica, vuoi il fatto che, ad un certo punto, si perde quel che è attorno. Lo schema, o meglio la liturgia, la si conosce già – specie se di programma si tratta e, pertanto, di appuntamento continuato e frequente – e si inizia, invece, a cogliere – volente o nolente – i dettagli. Nasce l’esigenza di approfondire, analizzare le sfumature. Più o meno intenzionalmente, insomma, ci si ritrova padroni di ‘atro’. Di un piccolo patrimonio acquisito inconsapevolmente ma non per questo meno valido. Un dono, che ci si ritrova tra le mani inaspettato e verso il quale si prova riconoscenza.

Così è capitato. E’ capitato, almeno, a me, in questi anni davanti allo schermo televisivo, spettatrice cosciente e volontaria di tanta tv, alcuna migliore, altra così così; ma tant’è. E se, in quell’oramai lontanissimo 2007 la sorpresa e la curiosità mi hanno avvicinata ad una realtà televisiva – Real Time – ‘diversa’ e innovativa al tempo, nel trascorrere dei mesi, delle stagioni… un interesse più rispettoso e reale si è sviluppato, in maniera del tutto imprevedibile e naturale, verso chi stavo guardando.

Mi ritrovo perciò, oggi, 22 settembre 2024, alle prese con un addio che, non posso negare, ier sera, nel venirne a conoscenza, mi ha lasciata senza fiato. Esattamente come quando si perde qualcuno di speciale e vicino. Qualcuno che, in qualche modo, la vita te l’ha segnata.

C’è chi ama lo sport, chi la danza, chi i documentari, chi i reality… il pacchetto televisivo offre uno spettro talmente ampio di opportunità che non esiste un meglio o un peggio, in fin dei conti. Io credo di essere rimasta sedotta e affascinata, in giorni remoti, da questa donna dal ciuffo di ghiaccio, lo smokey eyes sempre presente sulle palpebre e dalla parlantina spigliata e, insieme, rapita dalla sua eleganza.

Avvicendata, quest’ultima, da un bagaglio di competenza evidente. Così, attraverso la porta dello schermo, Paola Marella ha cominciato a frequentare casa mia, puntualmente, dandomi modo, nella continuità e attraverso occasioni diverse (Cerco Casa Disperatamente, Vendo Casa Disperatamente, Welcome Style, The Real, Un Sogno in AffittoCome la Vorrei…) non solo di seguirla ma di approfondirla. Di affondarci dentro…

Di apprezzarne la classe, innata; di sorridere, innocente, dei repentini cambi di tono della voce… andarne a toccare le particolarità, appunto. Coglierne gli accenti di stile, sempre trendy, mai sopra le righe. Maestra, in questo senso. Forte e aggraziata. Gentile, sempre. Educata, aggettivo che, mi rendo conto, suona persino fuori sync a pronunciarlo adesso ma che, sommamente, la rispecchia o l’ha rispecchiata, fin tanto che si è presentata davanti ai miei occhi.

Inutile stare qui a citarne la preparazione o gli affetti o il perché sia andata via. Tumore. La sintesi, talvolta, rappresenta la soluzione migliore nel far comprendere. Sintesi, che non tergiversa ma arriva dritta al punto.

La Signora delle Case, oggi, non c’è più e con Lei se ne parte – lo confesso – anche un pezzetto di cuore. Quasi venti anni da quel primo incontro mi hanno insegnato e me li ritrovo tutti addosso, merito degli appuntamenti formali, sì, mutuati da una ritualità ripetitiva ma mai banali. Io Cambio Casa, paradossalmente, e Paola sembra volermi lanciare un messaggio. Pare volermi dire che, arrivati a questo punto, sono abbastanza grande per potermela cavare da sola. Gli strumenti ce li ho, la formazione l’ho acquisita. Non resta che crederci. Metter in atto tutto il bagaglio di nozioni, idee, spunti e divertirmi…

Ecco, per celebrarla, per come sotto fatta Io, non posso che fare così. Procedere, secondo i suoi dettami, secondo regole mai imposte ma oltremodo efficaci, ricordandomi delle dritte, dei consigli ma, soprattutto, non perdendo mai di vista l’essere umano. Quella persona magra e stilosa, dal sorriso suadente e le movenze di miele…

Grazie, Paola. Grazie per aver accompagnato questi 17 anni della mia vita. Adesso il percorso si divide, si fa parallelo ma ti prometto che non scorderò mai la lezione: il garbo, la leggerezza che attiene al bello e quel tuo sorriso accogliente – simile a quello di una perfetta padrona di Casa – pronta ad ospitare nel più cordiale e avvolgente dei modi, chiunque si presenti alla sua soglia.

A Paola Marella (Milano, 16 febbraio 1963 / 21 settembre 2024)

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