Nemmeno la Lapponia è più quella di una volta

Nemmeno la Lapponia è più quella di una volta

Il mondo si è davvero rivoltato all’incontrario. Capovolto, se laddove, per antonomasia, un manto di candida neve era solito avvolgere i luoghi, creando – per l’occasione – atmosfere indimenticabili; di più, leggendarie, adesso pare proprio che la realtà si racconti in maniera opposta.

Fa caldo. Troppo… caldo, vista l’ambientazione generale, che si presenta diversa, giacché latita l’elemento principe, senza cui tutto il resto non rimane che mero accessorio; ben poco utile, tutto sommato, alla causa.

Tradotto: nella Lapponia finlandese, nonostante l’attività febbrile di Babbo Natale e collaboratori, alle prese con l’impacchettamento dei doni, impegnati a scattare foto con i turisti e rispondere alle lettere ricevute da tutto il mondo, c’è poco da fare, per quel che riguarda il fattore meteorologico. 

Rovaniemi, insomma, non fa il suo dovere. Il villaggio oltre il Circolo polare artico che il marketing – anno dopo anno – ha saputo sdoganare come casa di Babbo Natale perde di fascino, prigioniera di un termometro che segnala ben +2°C; mentre grigia pioggia cade a rotta di collo dal cielo.

Delusi i turisti: “Mi aspettavo che ci fosse molta più neve. Voglio dire, si respira l’atmosfera natalizia, ma…“. Già, ma… Ironici, per parte loro, gli addetti ai lavori, vale a dire chi, di rosso e bianco allegramente addobbato, indossa per mestiere gli abiti del Nonno più giocoso dell’intero cerchio delle Festività: “Le mie renne possono volare, quindi non c’è problema!”. Scherzi a parte, “vediamo che il cambiamento climatico è reale. Colpisce la vita, qui nell’Artico“. Così, gli inverni si fanno più miti e imprevedibili. I fiocchi tanto attesi si sciolgono, poi si ricongelano e, per conseguenza, si accumulano interi strati di ghiaccio. Persino le renne faticano a scavare alla ricerca dei licheni. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature non più di tre anni or sono, l’Artico si è riscaldato quasi quattro volte più velocemente di altre località del mondo.

Gli ultimi mesi, poi, hanno decisamente rappresentato un record: 11,1°C nella città di Utsjok. Il precedente, 11 gradi, risaliva addirittura al 1975.

Pensare che le condizioni per un turismo da cui ricavare fiorenti introiti, come d’usanza, non manca. I turisti provengono da ogni parte del globo, giunti per godere dello spettacolo dell’Aurora Boreale. Oltre un milione di pernottamenti, solo lo scorso anno. Visitatori, desiderosi di incontrare Santa Claus presso il vicino parco divertimenti sotterraneo Santa Park. Ingresso gratuito, benché un semplice scatto al fianco del celebre vecchietto costi almeno 40 euro.

Al di là del cielo cupo, Rovaniemi si conserva, ciò nonostante, meta per gite in motoslitta o in slitta trainata e conserva, al contempo, il suo appeal, nelle vesti di capoluogo per eccellenza, in cui riversare i desiderata di grandi e piccini: “A dicembre, si possono ricevere circa 30.000 lettere al giorno“, conferma chi lavora da queste parti.

Scrivono bambini, ovvio, ma anche adulti, intenti a condividere le personali preoccupazioni. “Quest’anno, molte persone volevano la pace”. La maggior parte delle lettere provenienti dall’Asia vedono protagonisti giovani adulti, molti dei quali chiedono forza per completare gli studi. Quelle di matrice europea, invece, sono opera dei ragazzini, catturati dalla bellezza del clima che caratterizza Feste e luoghi in questione.

Eppure… manca qualcosa, sorta di ciliegina sulla torta; tocco ultimo, perché ogni tassello risulti al suo posto, da regola. “Se potessimo metteremmo la neve ovunque, ma siamo solo elfi delle poste“. Ci si scherza su, con l’idea – tuttavia – che se davvero fosse possibile, male non sarebbe attrezzarsi – vista la situazione – per un piccolo miracolo.

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