Lecca Lecca: quel dolce improntato in Egitto

Lecca Lecca: quel dolce improntato in Egitto

C’è chi la ritiene una trovata recente ma, al contrario e per chi non ne fosse al corrente, il dolce su stecco racconta di una storia antica, che affonda le radici in civiltà lontanissime, non certo pensato per l’infanzia.

Lecca lecca – che di questo trattiamo – colorati, allegri, sinonimo di spensieratezza, tra i dolci più popolari al mondo. Eppure, allo stesso modo, figli di un percorso affascinante che – addirittura – li lega all’Impero Egizio.

TESTIMONIANZE

Stando alle più accreditate fonti storiche, difatti, e ai reperti archeologici giunti sino ai nostri giorni, anticamente si era in uso ricoprire la frutta secca, le noci o i pezzetti di frutta con il miele — l’unico dolcificante naturale disponibile al tempo — per infilzati, poi, su appositi bastoncini in legno; maniera, per rendere il tutto più comodo all’asporto, da gustare anche in cammino, evitando di sporcarsi le mani.

Niente zuccheri raffinati, o aromi artificiali, né colori sgargianti – ovvio – ma la logica di fondo rimaneva immancabilmente la medesima: soddisfare la gola, senza impiastricciarsi. Senso pratico, invariato nei secoli. Idea, a ben guardare, fortemente attuale.

La tradizione di infilzare il dolce su un bastoncino, del resto, ha cavalcato, di volta in volta, il suo contesto. Si va dai dolci di miele, tipici dei Greci, alle mele caramellate che caratterizzarono il Medioevo, fino alle prime caramelle dure Europee del Seicento, spesso tenute per mezzo di utensili, per non toccarle con le mani.

Il lecca-lecca per come lo conosciamo noi oggi risale, invece, al XIX secolo, quando iniziarono a diffondersi le macchine per la produzione di massa. Persino il nome – Lollipop – fece la sua comparsa all’inizio del ‘900, negli Stati Uniti, ispirato, probabilmente, da quello di un famoso cavallo da corsa. Altre fonti sostengono derivi, piuttosto, dall’unione dei due termini: lick (leccare) e l’onomatopeico pop (per il suono prodotto dallo stecco).

NON PIU’ SOLO PER UN PUBBLICO GIOVANE

Ancora, se il rimando più immediato lo vuole riferito al mondo ‘bambino’, negli ultimi anni si è assistito ad un nuovo trend, che conduce in direzione di un’utenza più adulta. C’è ne sono di gourmet, alcolici, speziati o realizzati con ingredienti funzionali (vitamine, caffeina, CBD…) e alcuni tra i pasticceri più rinomati li hanno persino elevati al livello di opere d’arte, arricchendoli di incisioni floreali, glitter commestibili e dotandoli delle forme geometriche più disparate e scenografiche.

Food design, in pratica, che si miscela con l’esperienza del lusso, anche se quest’ultimo riguarda il palato. Dolcezza e ingegno che hanno, insieme, attraversato i millenni, seppur travestiti sotto le sembianze più o meno innocue e banali di un semplice bastoncino.

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