I cereali adesso indossano una faccia tutta Italiana…

I cereali adesso indossano una faccia tutta Italiana…

La notizia è tra le più recenti e… affascinante, a pensarci bene, se non altro, per il racconto che si porta dietro. Un affare, ad oggi, da oltre tre miliardi di dollari e che narra – pensate un po’ – di cereali. Attenzione, però, non stiamo parlando di un prodotto qualunque: qui, la faccenda è importante e riguarda una marca, senza dubbio rinomata; ma procediamo per ordine…

L’indiscrezione, giunta per voce del Wall Street Journal e dal Financial Times, è stata confermata anche dalla diretta interessata, vale a dire la Ferrero. Ebbene, la rinomata Azienda è riuscita nel colpaccio. Ha messo, cioè, le mani su un vero e proprio ‘pezzo di storia della colazione’, made in Usa. Insomma, la miliardaria ditta italiana – già proprietaria di NutellaRocher, ecc… – ha finalizzato l’acquisto di WK Kellogg, società americana, con il vanto di produrre Foot Loops, Corn Flakes, Frosted Flakes e Rice Krispies.

In realtà, badate bene, non si tratta di una ‘priva volta’ giacché, già nell’aprile del 2019, la Multinazionale statunitense aveva venduto alcune tra le sue preziose etichette, proprio alla cordata nostrana. Famous Amos e i Keebler erano stati acquistati, per la ‘modica’ cifra di 1 miliardo e 300 milioni di euro.

Dunque se, per Kellogg, l’operazione verte a risanare un cospicuo debito, da oltre 500 milioni, di rimando, Ferrero mira ad incrementare la sua fetta di utenza, spostandosi fin oltre Oceano. Ricordiamo, del resto, in precedenza, l’acquisto della Nestlé Usa, per circa 2,8 miliardi di dollari e, a seguire, sempre i biscotti della celebre Casa produttrice. Manovre, in sintesi, che aiutano e/o risollevano il percorso, da ambo le parti.

Compiendo un ulteriore passo a ritroso, l’invenzione – che presto parlerà la nostra lingua – risale al 1894,  figlia del talento di Will Keith Kellogg. Un guru del benessere, in anticipo sui tempi e che si è visto interprete di una storia familiare, ricamata di invidie e gelosie…

Cresciuto nella Chiesa Avventista del Settimo Giorno, che credeva nell’imminente fine del mondo e nella seconda venuta di Cristo, l’uomo, nel 1876, assunse la direzione di un Istituto Sanitario fondato dalla Chiesa a Battle Creek, nel Michigan, trasformandolo in un centro benessere per i ricchi della Gilded Age: Rockfeller, Roosevelt… ed è proprio dalle cucine della Spa che prese vita la ricetta.

Come fa notare, poi, lo storico della medicina Howard Markel nel suo libro: The Kelloggs: The Battling Brothers of Battle Creek, rintracciarne le origini esatte appare complicato, data la quantità di versioni – per altro contrastanti – che riguardano la vicenda: sia il fratello, sia la moglie di Kellogg ne rivendicano, difatti, l’invenzione.

Fatto sta e secondo il racconto, una notte del 1894, un impasto a base di grano fu accidentalmente lasciato fuori per un periodo esageratamente protratto, causandone la fermentazione. Steso, quindi, in sfoglie sottili e oramai leggermente ammuffito, pare abbia prodotto fiocchi perfetti, grandi e sottili, che in forno diventavano croccanti e gustosi.

Nei sei anni successivi, Will proseguì nella sperimentazione, sostituendo il mais con il grano. Di lì alla commercializzazione, il passo fu breve.

Fu così che, dopo qualche anno, prese piede la Battle Creek Toasted Corn Flake Company. Esattamente, nel 1906. La nuova preparazione prevedeva, in aggiunta, la presenza di malto, zucchero e sale. Si passò, pertanto, alle operazioni pubblicitarie.

Per distinguersi dalla concorrenza e attirare, al contempo, i bambini, ci si concentrò sul packaging e ci si rivolse, direttamente a… Walt Disney. Quest’ultimo, grazie pure all’intervento di Leo Burnett, famoso pubblicitario dell’epoca, inventò una serie di programmi, specificamente pensati per intrattenere i più piccoli e vendere, in contemporanea, i prodotti, complice l’intervento di personaggi antropomorfi, nel mezzo dello show, che rivolgendosi al pubblico, facevano di meglio per convincerlo a comprare. Mascotte, come Tony la Tigre, in pratica, riscrissero – letteralmente – il mondo della comunicazione.

Da quel momento, i cereali assursero quasi ad icona. Una trovata, secondo molti e come sovente accade, pressoché casuale ma che si rivelò, alfine, un successo. Un affare che, stando a quanto si dice in quel di Wall Street, ha fatto scattare – adesso – il classico effetto Nutella. Le azioni, una volta sparsa la notizia, sono risalite di oltre il 50%, nel trading after-hours, segno che gli investitori credono nella manovra.

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