Sposa 2021: un Sì che vale più del Coronavirus
Matrimoni sì, matrimoni no… ai tempi del Coronavirus è quest’ultima opzione – manco a dirlo – la vincente. Tutto rimandato, rinviato… chi in data da destinarsi; chi, meno approssimativo, in primavera, quella del 2021, nella speranza che, allora, un vaccino si sia trovato e che, quindi, ci si possa presentare all’altare, a dispetto di tutta quella serie di precauzioni inevitabili che, sole, ora, tutelano il nostro stato di salute: mascherine, guanti, igienizzanti, distanze… etc. etc. etc. e che mal si addicono ad un’occasione che, piuttosto, prevede libertà, vive all’insegna della spensieratezza e del buon umore.
“I matrimoni sono slittati. In parte si fanno ora, con l’arrivo dell’autunno, ma la maggioranza è stata programmata per la primavera del prossimo anno“, confermano gli esperti.
“Al di là delle nuove date, chi decide di fare il grande passo non rinuncia alla cerimonia glamour, magari con meno invitati, tutti con mascherine, meglio se in pizzo. E la sposa come va all’altare? Con un abito da sogno“, segno che tutto cambia, niente cambia.
E allora, osserviamola più da vicino, la sposa della prossima stagione. Innanzi tutto, lo stile ‘principessa’ è e rimane una conferma. “Le ragazze, per quel giorno, che resterà unico nella loro vita, non vogliono rinunciare a qualcosa di speciale. La gonna, ampia e vaporosa, e il velo, con lo strascico… si tratta di una mise classica, adottata anche da molte influencer“.
Archiviato, tuttavia, uno tra i sempreverdi della moda spose, l’attitude in atto si riscopre civettuola, amante di pizzi e chiffon; sete ricche di applicazioni: fiori, perline, drappeggi strategici.
Al di là delle tendenze, va detto che l’abito resta qualcosa di unico. E’ più che un indumento. Una seconda pelle in cui sentirsi perfettamente a proprio agio, che abbracci e corrisponda ad un modo di sentire, vivere, esistere espressamente personale. Lo sanno bene le ‘brindal consultant‘, avvezze a confrontarsi con clienti ed esigenze di ogni genere.
C’è poi, da aggiungere, un ulteriore fattore, non di scarsa importanza. “Vendiamo sogni a prezzi accessibili“, sottolinea Raffaella Fusetti, dal 2015 A.D, nonché direttore creativo di Atelier Emé, tra i marchi più rinomati del settore. Ci si può garantire l’abito da sposa anche con mille euro. “Da quella cifra il listino prezzi sale, in base alle personalizzazioni e ai singoli desideri” . Prezzi accessibili e taglie ‘inclusive’: questa la politica. E non a caso, nelle mise pronte per essere indossate si arriva fino alla 50.
Un modo di interpretare la bellezza tagliato su misura e in cui, in considerazione anche del momento, ci si industria per rielaborare i modelli già pronti in una versione più aggiornata, permettendo, in tal modo, velocità nei tempi e un accresciuto risparmio.
“Si fanno piccole revisioni, si aggiungono maniche, si rimodellano scolli e strascichi. Una prova e via, cosi le spose sono pronte per andare all’altare“. Infine, sempre rimanendo in tema di tendenze: l’anno punta sull’avorio, gettonatissimo accanto al rosa cipria, al verde, l’ottanio e il rosso. Concesse perfino le fantasie. Colori e stampe adatte al post cerimonia, piuttosto che alle seconde nozze. Ma poi si sa, ognuno è un mondo a parte. Basta individuare la chiave giusta per poterlo leggere…
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