Queste tende per rifugiati raccolgono l’acqua piovana e immagazzinano energia solare
L’idea che può rivoluzionare tutto per i rifugiati
Negli ultimi anni, un numero abbastanza elevato di persone è stato costretto a lasciare la propria casa. Più di 70 milioni in tutto il mondo stanno fuggendo. Si stanno allontanando da guerre, conflitti o catastrofi naturali o, semplicemente, perché le materie prime delle loro città si sono esaurite. Questo scenario non sembra migliorare con i prossimi rifugiati climatici, che saranno sfollati dall’innalzamento del livello del mare.
Queste persone raramente trovano rifugio o un posto dove stare. I loro bisogni abitativi di base sono rari o assenti, per non parlare dell’opportunità di mangiare, bere acqua e far fronte al clima.
Questo è ciò che ha ispirato l’architetto giordano-canadese Abeer Seikaly a pensare: perché non rendere il mondo un posto adattabile per loro? e la sua soluzione sorprende un po’ tutti.
La tenda autosufficiente per i rifugiati
Il design si ispira alle cabine temporanee, costruite dalle tribù nomadi. La flessibilità e la struttura del design ne consentono la chiusura, per proteggere le persone dal freddo e dall’umidità e, in estate, l’apertura, per far entrare aria fresca.
Il modello si chiama “Weaving a Home” e la sua costruzione è realizzata in tessuto strutturato e tubi ad alta resistenza, che possono espandersi e contrarsi, a seconda del terreno e per un facile trasporto.
L’edificio può anche raccogliere l’acqua piovana e provvedere alle esigenze igieniche di base.
Lo sviluppo è in atto dal 2013 e Seikaly spera che il progetto sia pronto per i rifugiati, poco dopo il completamento. Il motivo del ritardo è dovuto al fatto che sono state implementate misure, per garantire il trattamento dell’acqua raccolta e il trattamento dell’energia solare.
L’architetto Abeer Seikaly è senza dubbio una donna brillante, che ha dedicato gran parte della sua vita a questo progetto. Condividi la tua idea in modo che tutti lo sappiano.
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