Lombardia: 4 persone su 10 continuano a muoversi. Monitoraggio attraverso le celle telefoniche
“Bisogna rimanere a casa”. E’ questo l’appello, inderogabile che, ancora una volta, viene rivolto a tutti gli italiani. In verità, sono in molti quanti, con coscienza, hanno aderito all’invito che, sia pur restrittivo, rappresenta la strada obbligata in queste circostanze. Probabilmente, l’unica percorribile. Eppure… eppure i furbetti, per dirla così, esistono sempre e dappertutto. A rimarcare che il buon senso non abita dovunque.
Mentre i dati si aggravano e il contagio si allarga a macchia d’olio, c’è chi, in barba alle misure adottate, decide comunque di fare di testa propria.
Secondo i dati riportati dall’assessore al Welfare della Lombardia, ancora 4 italiani su 10 si muovono, nonostante i divieti.
“Ormai vi controlliamo attraverso le celle telefoniche, e non lasciate a casa il telefonino per non farvi rintracciare”, ha asserito perentorio Giulio Gallera, su Facebook.
Del resto, per coloro che leggono questa presa di posizione come eccessiva, a mettere a tacere, purtroppo, sono i numeri: le persone positive al test sono, in data 17 marzo 2020, 26.062, con un incremento pari a 2.989 elementi. Sale, inoltre, il computo dei deceduti: 2.503, con la registrazione di 345 nuovi casi.
In compenso, anche i guariti aumentano, per un totale di 2.941. Anche qui, più 192 unità.
Si continua a muovere il 40% dei cittadini
“Abbiamo attivato una tecnologia, in collaborazione con le compagnie telefoniche di rete mobile”. Queste le parole, sempre durante la diretta Facebook, del Vicegovernatore Sala. Una partnership, da cui si è ricavato un grafico, che è in grado di monitorare, a partire dal 20 febbraio, i movimenti intra-regionali della popolazione.
Ebbene, “l’andamento è poco sopra il 40%. Dall’altro ieri a ieri siamo anche aumentati“.
In sostanza, ciò significa che sono troppe le persone in giro, non tutti per lavoro o servizi essenziali.
I dati aggiornati della Lombardia
Se le cifre parlano chiaro, d’altronde, in tutta la Penisola, in Lombardia si registra – ne siamo tristemente consapevoli – l’epicentro di una situazione quasi al limite del collasso. Sono 16.200 i casi di Coronavirus, più del 50%, in pratica. 1640 i morti.
Drammatica, inoltre, la condizione in cui verte Bergamo, dove, nel reparto di terapia intensiva, sono praticamente terminati i posti letto.
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