La “rivincita” del bidet: oltreoceano la carta igienica scarseggia e si corre ai ripari
Beni di prima necessità. Sono quelli che, per ovvie ragioni, in questo periodo vanno per la maggiore. Del resto, come sempre accade nei momenti di crisi, si tende a fare incetta della qualsiasi, come se ‘la roba’ potesse proteggerci dal domani. Già, ma cosa determina la selezione tra quanto ci è realmente indispensabile e ciò di cui, tutto sommato, possiamo anche fare a meno?
Negli States, ad esempio, il panico scatenatosi tra i cittadini sta portando molti a fare raccolta… di carta igienica. Proprio così, se da noi il tormentone è stato quello del lievito, oltremare la crisi da acquisto compulsivo si direziona altrimenti.
Al di là delle battute – sia pur legittime – e dell’ilarità che la questione, in sé, può suscitare, la faccenda è seria, dal momento che, realmente, negli States, i rifornimenti iniziano a scarseggiare, conseguenza inevitabile del blocco da Coronavirus.
Nella corsa all’acquisto, tuttavia, c’è già chi, aguzzato l’ingegno, è corso ai ripari, escogitando una valida alternativa all’oggetto delle proprie brame. Benvenuti, dunque, nell’era del bidet.
E’ vero, il sanitario si è trovato spesso al centro di irriverente satira – ben sanno, in molti, la sostanziale differenza, al riguardo, tra Francia e Italia – tuttavia, sembra giunta l’ora di salire alla ribalta e, come per ogni novità che si rispetti, è tempo di popolarità.
Ecco perché si tende a fare acquisti compulsivi
Nella corsa alle derrate, insomma, la storia si ripete. Nel secondo dopoguerra, le donne si disegnavano sulle gambe una riga, eseguita con il mallo di noce, per fingere di indossare le calze; si asciugavano i capelli a testa in giù, davanti al forno e con i trucioli del legno riuscivano a ricavare deliziosi e civettuoli cappellini. Ci si arrangiava… o meglio, si faceva di necessità virtù. Oggi, a fare i conti con i limiti della quarantena, è l’America.
Come riporta GreenMe, il fenomeno è facilmente spiegabile con quella che indossa il nome di teoria dei giochi. La carenza di merci nei supermercati – in sostanza – è data dal fatto che ogni acquirente, anziché comprare solo quanto gli è necessario, tende – per una sorta di fobia da privazione – a procacciarsi una serie di beni del tutto inutile, solo in visione di ciò che ‘fanno gli altri’. L’imitazione nasce dal timore di ‘restare senza’ – in poche parole – e quando l’oggetto di consumo, come in questo caso, è senza scadenza, si innesca ancor più speditamente il processo mentale, che conduce all’esigenza di immagazzinalo.
“Le persone sentono il bisogno di fare qualcosa per proteggere se stessi e la propria famiglia perché cos’altro possono fare, a parte lavarsi le mani e auto-isolarsi?”, motiva all’Independent Steven Taylor, autore di The Psychology Of Pandemics e professore di psichiatria presso l’Università della British Columbia.
Su Amazon si vende un bidet, ogni due minuti
D’altra parte, lo rivela anche Business Insider e lo sottoscrivono i dati registrati da svariate aziende, leader nella produzione di sanitari, è in corso la rivoluzione del bidet.
Ad ulteriore conferma, il portavoce della Brondell, Daniel Lalley, ha dichiarato che la società di cui fa parte vende un bidet ogni due minuti, su Amazon. Circa mille pezzi al giorno, per intenderci, e la domanda che attualmente investe la ditta – considerando anche la vendita al dettaglio – è salita del 300%, rispetto a prima della pandemia. Più in generale – stando ai rilevamenti – un incremento dieci volte superiore, nelle ultime settimane.
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