1% di probabilità. Quando sopravvivere al Covid-19 suona quasi di miracolo
In California, un paziente con probabilità di sopravvivere dell’1%, è stato dimesso dall’ospedale, dopo una battaglia di due mesi con COVID-19.
64. Un numero. Niente di più. Ma per Gregg Garfield la cifra rappresenta lo spazio temporale che lo ha diviso dall’al di là. 64 giorni, 34 dei quali attaccato ad un respiratore, quelli che sono serviti ai medici per riportare in salute il 54enne, affetto da Coronavirus.
Una partita con la morte, in cui le probabilità di vittoria erano davvero scarse. L’1%, a fronte della speranza, del desiderio di credere. Di combattere…
Garfield si ammalò e fu ricoverato in ospedale all’inizio di marzo, di ritorno da un viaggio nel nord Italia. Di qui, polmonite, insufficienza renale. Quattro diverse parti dei polmoni collassate. Inficiata la capacità di stare in piedi e camminare.
Ci è voluta tutta l’efficienza e la preparazione dello staff del Centro Medico Saint Joseph di Providence, a Burbank (California), per permettere all’uomo di riacquistare l’attività motoria e tornare, finalmente, a casa, sia pur con l’ausilio di un deambulatore.
Poi, un bel giorno, l’applauso. Uno scroscio liberatorio, a soverchiare tutte le regole imposte dal fato. A dire no, a gran voce, a quell’assurdo destino che aveva già stabilito tutto. Deciso per tutti.
“Fantastica giornata!”, è il commento, unanime. “Gregg Garfield, il primo paziente positivo al COVID-19, ricoverato al Providence Saint Joseph Medical Center il 5 marzo, è stato in grado di uscire, oggi, per tornare a casa“.
Lo riporta Facebook. Lo sottoscriviamo anche noi. Che bello, alle volte, il lieto fine.
Commento all'articolo